«Welcome back»: una cerimonia semplice, affettuosa e multimediale, quella studiata sui social dai grandi capi della Premier League per celebrare il ritorno in Inghilterra di Claudio Ranieri, ribattezzato dai tifosi “Tinkerman”, l’aggiustatutto. Un soprannome che è lo specchio della sua vita da allenatore, perché lui - romano di piazza San Saba - non tradisce mai e risolve ogni volta il guasto al motore, come sta dimostrando anche sulla panchina del Watford. Il 4 ottobre lo hanno chiamato al posto dello spagnolo Xisco. La famiglia Pozzo, per uscire dal tunnel, si è affidata a Ranieri, l'inventore del campionato più incredibile nella storia della Premier, vinto nel 2016 con il Leicester di Jamie Vardy e N’Golo Kanté dopo che le Foxes, nella stagione precedente, si erano salvate solo all’ultima giornata.
BENITEZ E RONALDO - Ranieri ha risvegliato il Watford: ha strapazzato per 5-2, in trasferta, l’Everton di Rafa Benitez e sabato ha dato una lezione al Manchester United (4-1) di Cristiano Ronaldo, provocando il licenziamento di Solskjaer. Sei punti in cinque gare, +4 sul Burnley terz’ultimo, una squadra che ha recuperato autostima e credibilità. Il Watford era in difficoltà anche a livello di tenuta atletica: si spegneva dopo un’ora. Adesso ha ritrovato energie e brillantezza, è stato ridisegnato con il 4-1-4-1, sfruttando la velocità sulle fasce di Sarr e King, a segno contro i Red Devils come il nigeriano Dennis e João Pedro, vent’anni, brasiliano, solo omonimo del giocatore del Cagliari, decisivo con nove reti per la promozione ottenuta degli Hornets nella scorsa stagione.
LA SVOLTA - Un’evoluzione rapida, costante, nutrita dalle idee di un allenatore che ha compiuto settant’anni il 21 ottobre ma continua a fronteggiare con saggezza e sapienza le nuove mode del calcio. Il Watford ha un traguardo: salvarsi senza essere costretto a fare calcoli nelle ultime giornate, valorizzando anche talenti come João Pedro. E in questo processo di cambiamento c’è un altro giovane scoperto dalla famiglia Pozzo che ha saputo sfruttare contro il Manchester United una formidabile opportunità: Imran Louza, mancino, ventidue anni, franco-marocchino, arrivato dal Nantes in estate per dieci milioni, ha vinto il duello con Matic, McTominay e Bruno Fernandes. Perfetto in regia, martellante in fase di pressing. Era alla seconda partita da titolare, la prima da quando Ranieri ha accettato l’offerta del Watford e ha firmato un contratto fino al 2023. E’ pronto a compiere il salto di qualità: 126 minuti in Premier, 48 passaggi, 5 contrasti vinti, 3 palloni intercettati, 13 recuperi, 7 cross, un cartellino giallo. Imran Louza è nato a Nantes il primo maggio del 1999. Ha fatto parte di tutte le nazionali giovanili della Francia, fino all’Under 21, ma poi ha deciso di giocare per il Marocco, il Paese di origine dei suoi genitori.