ROMA - C’è ancora spazio per un po' di fantasia. Il Levante impiega sette anni a fatturare le stesse cifre che il Real Madrid (674 milioni) e il Barcellona (648) certificano nei loro bilanci in dodici mesi, ma a volte il calcio si diverte a calpestare ogni logica patrimoniale e tecnica. Il Levante è il club più antico di Valencia, fondato dieci anni in anticipo, nel 1909, rispetto ai parenti più famosi, e ha come mascotte una rana. A differenza dei rivali in Champions dell’Atalanta, finanziati da Peter Lim, imprenditore di Singapore e socio in affari di Jorge Mendes, ha conservato un’anima spagnola, con il suo presidente Quico Catalan e il tecnico Paco Lopez, nato addirittura nella comunità autonoma Valenciana. Era retrocesso nel 2017, ma è subito tornato nella Liga l’anno seguente. E in questa stagione, con una rosa di 23 giocatori e solo 6 stranieri, con un mercato chiuso in attivo, si è divertito a preparare due trappole per il Barcellona e il Real Madrid. Il 2 novembre ha battuto Messi, Suarez e Griezmann per 3-1 con i gol di José Campana, Borja Mayoral e Nemanja Radoja. Ieri, il 22 febbraio, nel segno di una “par condicio” legata alla corsa al titolo, ha fatto uscire dal binario anche il Real Madrid con un lampo del suo capitano, José Luis Morales, trentadue anni, magia numero 11, simbolo e memoria storica di questo Levante, sposato nell’estate del 2014, tra faticose salite e emozioni speciali come quella dell’altra sera. Tiro all’incrocio dei pali, rubando lo spazio giusto a Modric e sorprendendo Courtois. Magia di sinistro: la cornice di una partita perfetta.
IL 4-4-2 DI PACO LOPEZ - Trentadue punti in venticinque giornate, +10 sul Maiorca (terz’ultimo) e -8 dall’Atletico Madrid e dal Siviglia, che occupano il quinto e sesto posto. Lo stadio “Ciutat de Valencia” è diventato la casa dei sogni per il Levante, allenato da Paco Lopez, 52 anni, fedele al 4-4-2 e con un contratto fino al 2022, molto bravo a mischiare le carte a Zidane, al quarto ko stagionale, il secondo nella Liga, proprio nella settimana che porta alla sfida di domenica al Bernabeu contro il Barcellona. Morales, soprannominato il “comandante”, ha permesso a Messi (quattro gol all’Eibar) di soffiare il primo posto al Real Madrid: 55 punti per Quique Sietien, l’erede di Valverde, e 53 per i “blancos”.
IL RIFERIMENTO - A inventare il gol di Morales è stato un lancio con il contagiri di Nikola Vukcevic, ventotto anni, mediano, nazionale montenegrino, scoperto nell’estate del 2018 dal Braga e pagato dal Levante otto milioni e novecentomila euro: l’acquisto più costoso nella storia del club di Valencia. Il suo manager è Jorge Mendes, che in passato lo aveva segnalato anche alla Lazio. E’ alto un metro e 87, ha un contratto fino al 2022, intercetta palloni e li distribuisce con sapienza. Forza atletica, resistenza, colpo di testa, venti presenze, una carriera cominciata nel settore giovanile del Buducnost Podgorica. Giocando al centro, accanto a José Campaña, classe 1993, ex Sampdoria, ha chiuso la sfida con il Real tra gli applausi: 45 tocchi, 29 passaggi riusciti (87,9%), 6 contrasti vinti, l’assist per Morales.