ROMA - Sheffield non è più solo la città dell’acciaio, dei cantieri navali, delle industrie metallurgiche e degli operai. Nella contea del South Yorkshire hanno ricominciato a divertirsi anche allo stadio. Espressione della working class inglese, lo Sheffield United è la grande novità della Premier League. Mancava da tempo, da dodici anni, dal 2007, in questo teatro. E’ stato promosso a maggio, dopo il secondo posto in Championship. Nel 2016 era arrivato undicesimo in League One, che equivale alla serie C italiana. E ora, in coda a un’estate in cui tutti i bookmaker lo avevano battezzato come il primo candidato alla retrocessione, si ritrova a lottare per la qualificazione in Europa League. In base a una stima globale della sua rosa, è il club più povero della Premier: i suoi ventisei giocatori valgono 116 milioni. Ma nel calcio, a volte, le idee incidono più dei soldi.
QUINTO POSTO - Lo Sheffield United, allenato da Chris Walder, l’uomo della doppia promozione dalla League One alla Premier, da quattro stagioni in panchina, ha rovesciato ogni previsione: quinto posto, 25 punti in diciassette partite, terza migliore difesa (16 gol subiti, dopo i 10 presi dal Leicester e i 14 incassati dal Liverpool), le grandi parate di Dean Henderson, 22 anni, in prestito dal Manchester United. Una partenza favolosa. Ha perso solo quattro gare. Ha battuto l’Arsenal, ha pareggiato con il Chelsea, il Tottenham e il Manchester United. Chris Walder ha costruito lo Sheffield United con il 3-5-2. Emozioni speciali a Bramall Lane, lo stadio più antico del mondo, costruito nel 1855. Lo Sheffield United sembrava destinato a vivere un anno quasi da invisibile, invece è una piccola realtà che sta lasciando un’impronta.
IL SEGRETO - Si è imposto anche grazie alla visione di gioco, ai tackle, alla sostanza di John Lundstram: mediano-regista, 25 anni, maglia numero 7, 752 palloni toccati (una media di 44 a partita), 84,4% di passaggi riusciti, 36 cross, 25 tiri in porta, 56 duelli vinti, 20 palloni recuperati. Nel suo ruolo è ai vertici delle classifiche di rendimento. E’ nato a Liverpool il 18 febbraio del 1994. E’ alto un metro e 81. E’ cresciuto nel vivaio dell’Everton, che però lo ha perso nel 2015 a parametro zero. E’ arrivato nell’estate del 2017 allo Sheffield. E’ mancino, diciassette partite, tre gol e due assist in questo campionato. I dirigenti dei grandi club lo stanno scoprendo solo adesso, in ritardo. Anche il ct inglese, Gareth Southgate, sta pesando il valore di questo centrocampista, che sogna la convocazione all’Europeo dopo aver indossato in passato solo per una volta la maglia della nazionale Under 20.
IL NODO - Ha il contratto in scadenza, lo Sheffield spinge per il rinnovo e Lundstram ha spedito segnali di apertura. Si fa seguire dai legali di Wasserman Media Group. La trattativa, però, non decolla. E il nodo è nato dalla battaglia giudiziaria in corso tra i proprietari Kevin McCabe e il principe arabo Abdullah Bin Mosaad: detengono un 50% a testa e litigano nelle aule dei tribunali. Il giudice Fancourt ha conferito, a settembre, il controllo del club ad Abdullah Bin Mosaad, ma McCabe ha presentato ricorso alla Corte d’Appello. Lundstram aspetta il nuovo contratto. E lo Sheffield non deve perdere tempo: il Tottenham e il Manchester United sono pronti a inserirsi.