ROMA - Da calciatore non è riuscito a diventare una figurina da album. Faceva il portiere, ma il suo primo mestiere era un altro: professore di educazione fisica. Giocava tra i dilettanti, ma si è imposto come allenatore: ha una storia simile a quella di Arrigo Sacchi e Maurizio Sarri. Parava nel tempo libero e insegnava ginnastica a scuola, Guilherme Dalla Dea, che ora è il custode della nuova generazione d’oro del calcio brasiliano. Ha vinto da pochi giorni il Mondiale Under 17, il quarto della collezione targata CBF: un trofeo che mancava dal 2003. Ha costruito una piccola Seleçao (ribattezzata “verdeamarela”): ha divertito con i suoi schemi, con il suo 4-3-3 e con un tridente formato da Gabriel Veron (ala destra, contratto fino al 2024 con il Palmeiras e clausola da cento milioni di euro), Kaio Jorge (centravanti, cinque gol, nuovo gioiello del Santos) e Peglow (ala sinistra, promessa dell’Internacional di Porto Alegre). Tutti talenti nati nel 2002.
LA SCALATA - Il Brasile ha battuto in finale il Messico: 2-1 in rimonta, firmato da Kaio Jorge e Lazaro, mediano-regista del San Paolo. Ha dominato il torneo: tre vittorie nel girone A contro il Canada (4-1), la Nuova Zelanda (3-0) e l’Angola (2-0), negli ottavi ha eliminato il Cile (3-2), nei quarti ha battuto l’Italia (2-0) e in semifinale ha superato la Francia (3-2). Diciannove gol segnati in sette partite. Promesse mantenute, a cominciare da quella del ct Guilherme Dalla Dea, 48 anni: “El futbol brasileño tiene la responsabilidad de dar espectaculo”.
177 GOL - Il Mondiale Under 17 è stato seguito con attenzione dai grandi club europei. Cinquantadue gare e 177 gol, una media di 3,4 a partita. Gabriel Veron è stato premiato come migliore talento del torneo. Ma nella lista dei potenziali assi del futuro si è guadagnato un posto di spicco anche Kaio Jorge, cinque gol, vice-capocannoniere del Mondiale Under 17 con il francese Nathanaël Mbuku (centravanti del Reims), dietro all’olandese Sontje Hansen, classe 2002, ala sinistra dell’Ajax, a segno sei volte. Kaio Jorge è stato il sesto giocatore più giovane a debuttare a livello professionistico con la maglia del Santos: sedici anni, otto mesi e sei giorni. Lo precedono Coutinho (14 anni, 11 mesi e 6 giorni), il mitico Pelé (15 anni, 10 mesi e 15 giorni), Gabriel Barbosa (16 anni, 4 mesi e 17 giorni), Edu (16 anni, 6 mesi e 25 giorni) e Yuri Alberto (16 anni, 7 mesi e 29 giorni). Il tecnico Jorge Sampaoli, ex ct del Cile e dell’Argentina, lo ha fatto esordire nel “Brasileirão” il 26 maggio del 2019: 0-0 contro l’Internacional di Porto Alegre, diciannove minuti in campo al posto di Jean Lucas.
LA CLAUSOLA - Ha firmato un contratto fino al 2022, il Santos si è garantito la possibilità di prolungarlo per altri due anni. Ha una clausola da cinquanta milioni. E’ nato a Olinda, nello stato di Pernambuco, il 24 gennaio del 2002. E’ alto un metro e 84, è un destro naturale: tecnica da trequartista (da bambino era considerato dai suoi allenatori un numero dieci), velocità, sponde, protezione del pallone, feeling speciale con la porta. In Brasile lo hanno paragonato a Firmino, una delle stelle del Liverpool di Klopp. E’ il grande orgoglio di papà Jorge Ramos e mamma Atene Karina.
LE OLIMPIADI - La sua prima maglia è stata quella del Nautico, che gli aprì le porte della propria accademia. Kaio Jorge era un bambino, aveva cinque anni. Nel 2011, dopo aver sfiorato il San Paolo, ha continuato la carriera nel Recife. E nel 2012 è arrivato al Santos: diciassette gol nel suo primo campionato statale. Una crescita costante, accompagnata dagli applausi: nella scorsa stagione ha realizzato ventitré gol in dieci partite nella Copa São Paulo de Futebol Junior, un biglietto di presentazione perfetto per stabilire le gerarchie anche nel Brasile Under 17. E ora? Kaio Jorge non pensa al calcio europeo, anche se il Santos vanta una splendida tradizione a livello di plusvalenze: Neymar, Rodrygo, Gabriel Barbosa, Robinho. Ha un doppio obiettivo: guadagnarsi più spazio nel Santos di Sampaoli, che lo tratta come un figlio, e partecipare alle Olimpiadi di Tokyo del 2020.