ROMA - Il centro sportivo a Cobham, due tifosi speciali come i genitori Yinka e Brenda, i consigli da fratello maggiore di Frank Lampard, la maglia del Chelsea e le dieci ore a settimana di lezioni all’università per la laurea in economia e management. Fikayo Tomori è un difensore centrale, ha ventuno anni, è uno dei volti della gioventù emergente del club londinese e si è creato un mondo che gira intorno alle sue priorità. “Non ho tempo per giocare con la playstation, mi alleno e trascorro il resto delle mie giornate sui libri”, ha raccontato al Daily Mail. Football e books: il suo slogan è semplice. Ha conquistato tutti con la sua razionalità, con il suo equilibrio, con i suoi comportamenti lineari e riflessivi: complimenti e strette di mano a Stamford Bridge e ottimi voti dai professori che lo seguono nel percorso di studi. Lampard lo aveva conosciuto nella scorsa stagione, nel Derby County, durante la sua prima esperienza da allenatore, sfiorando la promozione in Premier, sfumata a Wembley nello spareggio con l’Aston Villa. Aveva intuito nel Derby County le sue potenzialità, lo aveva scoperto assieme al trequartista Mason Mount. E così, quando Marina Granovskaia gli ha proposto di sostituire Maurizio Sarri, Lampard ha chiesto alla zarina del Chelsea, all’amministratrice delegata dei Blues - alla quale Roman Abramovich ha consegnato pieni poteri - di riportare a Cobham, a casa, Tomori e Mount, oltre a Tammy Abraham, un centravanti - rientrato dal prestito all’Aston Villa - che ha saputo cancellare subito il ricordo del rigore sbagliato contro il Liverpool nel Community Shield e le offese ricevute sui social segnando in Premier League nove gol in undici partite.
LA FAMIGLIA - E’ nato in Canada, a Calgary, il 19 dicembre del 1997, ma ha origini nigeriane, come il suo amico Abraham. I suoi genitori hanno lasciato il loro paese per ragioni di lavoro. E Fikayo, più avanti, si è trasferito con loro in Inghilterra, alla periferia di Londra, quando era bambino. Ha tre passaporti, però ha scelto di giocare nella nazionale del ct Gareth Southgate e prenota un posto nella lista dei convocati per l’Europeo del 2020. Otto presenze in Premier League e un gol al Wolverhampton. E’ diventato titolare alla quinta giornata: 720 minuti, mai sostituito da Lampard, che ha trovato con Tomori e Kurt Zouma la coppia ideale al centro della difesa per il 4-2-3-1. Un Chelsea che piace: è terzo in campionato (sette vittorie in undici partite) e corre in Champions verso la qualificazione agli ottavi, soprattutto dopo il colpo in casa dell’Ajax che ha permesso a Lampard di agganciare gli olandesi in testa al girone H.
L’ACADEMY - Stangato dalla Fifa, che gli ha bloccato il mercato per una serie di irregolarità commesse nel tesseramento di alcuni under 18, il Chelsea è rifiorito grazie a un vivaio che ha festeggiato due Youth League (la Champions baby) nel 2015 e nel 2016. In alcune occasioni, come nella sfida con il Lilla, Lampard ha schierato cinque giocatori cresciuti nel settore giovanile: oltre al difensore, a Mount (classe 1999) e ad Abraham (1997), si è affidato all’ala Callum Hudson-Odoi (2000) e al terzino Reece James (1999). Tomori è alto un metro e 85, è un destro naturale, ma Lampard lo utilizza sempre sul centro-sinistra. Ha un contratto fino al 2021 e i dirigenti del Chelsea lavorano al rinnovo. Anticipo, velocità nei recuperi, colpo di testa, tiro da fuori area (così è nato il suo gol al Wolverhampton), grande concentrazione in marcatura, lancio e tempi giusti in fase di costruzione.
L’INGAGGIO - Guadagna 600.000 euro all’anno, però la brillante evoluzione della carriera nel Chelsea non ha rallentato il suo impegno sui libri. “Voglio avere un piano per il mio futuro, perché l’avventura nel calcio non durerà per sempre”, ha spiegato in una delle sue ultime interviste. Frequenta poco i social, ma qualche tempo fa su Instagram ha pubblicato una foto - pescata dall’album di famiglia - in cui è ritratto in braccio alla mamma nel periodo di Calgary. Tomori ha vinto con il Chelsea due edizioni della Youth League, oltre al Mondiale Under 20 del 2017 con l’Inghilterra di Paul Simpson, eliminando in semifinale l’Italia di Orsolini e Mandragora (3-1) e battendo in finale in Corea il Venezuela per 1-0, con un gol di Dominic Calvert-Lewin, centravanti dell’Everton. E’ cresciuto nel Chelsea, che lo ha ceduto per tre volte in prestito in Championship (serie B inglese), in attesa di riportarlo a Londra: Brighton, Hull City e Derby County. A farlo esordire in Premier con i Blues era stato il tecnico olandese Guus Hiddink: era il 15 maggio del 2016, 1-1 a Stamford Bridge nella sfida con il Leicester di Ranieri, appena diventato campione d’Inghilterra. Mezz’ora al posto del croato Branislav Ivanovic, gestendo tutto senza incertezze.