ROMA - Il Mitte è un giornale online realizzato per gli italiani, quasi cinquantamila, che risiedono a Berlino: porta il nome di uno dei dodici distretti della capitale tedesca. Cronaca, eventi, storie, notizie di politica, cultura, sport, approfondimenti, interviste. Il Mitte, nel 2013, ha cominciato a raccontare il fenomeno legato all’Union Berlino: il club del quartiere Köpenick, periferia orientale, offre accoglienza a centinaia di migranti all’interno di un supermercato abbandonato, collabora con associazioni di volontariato e ospedali, ha ristrutturato il suo stadio - “An der Alten Försterei” (La vecchia casa del guardaboschi) - grazie al lavoro gratuito di oltre duecento tifosi, organizza sulle tribune con la sua gente ogni 23 dicembre una notte dedicata ai canti di Natale e ha festeggiato il 27 maggio la storica promozione in Bundesliga, dopo lo spareggio con lo Stoccarda. Un evento celebrato in modo suggestivo dai giocatori e dai dirigenti a bordo di un battello lungo il fiume Sprea.
LA TRADIZIONE - Prima della caduta del muro, l’Union rappresentava la squadra degli operai e dei metalmeccanici che sfidava la ricca e potente Dinamo Berlino, la società finanziata dalla Stasi, il servizio segreto della Germania dell’Est. E i suoi giocatori, da allora, continuano a farsi chiamare “eisernen”, gli uomini di ferro. Ha attraversato gravi crisi finanziarie, ma ha conservato con orgoglio la sua tradizione proletaria. L’Union Berlino è stato fondato nel 1906. I suoi colori sono il bianco e il rosso. Il presidente è tedesco, si chiama Dirk Zingler, classe 1964, cresciuto a Eichwaklde, sposato, tre figli, imprenditore, proprietario di una società (con trecento dipendenti) che opera in diversi settori (costruzioni, logistica, appalti): guida il club dal 2004. L’allenatore è Urs Fischer, svizzero, 53 anni, ex Zurigo e Basilea: è stato ingaggiato nel 2018 e ha firmato subito il grande evento.
SOLD OUT - L’Union Berlino ha vinto solo un trofeo: una Coppa della DDR nel 1968, battendo in finale (2-1) il Carl Zeiss Jena. Stadio sempre esaurito, in Bundesliga: una media di 22.012 spettatori. Modernità e tradizione sulle tribune dell'An der Alten Försterei, dove c'è ancora un tabellone manuale che indica il risultato. Abbonamenti polverizzati in estate, nel giro di poche ore. Fuori dall’impianto c’è un monumento dedicato alla classe operaia: un caschetto rosso da lavoro. Trentatré giocatori in rosa che valgono complessivamente 36 milioni. Undici stranieri. Sette milioni spesi sul mercato: il difensore centrale Marvin Friedrich (23 anni) e l’attaccante Anthony Uijah (nigeriano, 28 anni) sono stati gli acquisti più costosi, pagati due milioni a testa. Partenza faticosa in campionato: quattro punti in sette giornate, sedicesimo posto in classifica, solo una vittoria (3-1, ma di assoluto prestigio) contro il Borussia Dortmund, il 31 agosto, e un’attesa per il derby del 2 novembre con l’Hertha. In Coppa di Germania si è qualificato al secondo turno, superando per 6-0 l’Halberstadt e il 29 ottobre affronterà il Friburgo.
LO SVEDESE - Il modulo è il 3-4-3. Il capocannoniere dell’Union Berlino è Sebastian Andersson, ex Norrköping e Kaiserslautern: ha segnato tre gol (all’Augsburg, al Borussia Dortmund e al Werder Brema) in sette partite e uno in Coppa di Germania. E’ svedese, è arrivato da svincolato nel 2018 e ha contribuito subito alla promozione con dodici gol e sei assist. Maglia numero 10, un metro e 90, ventotto anni, è nato il 15 luglio del 1991 ad Ängelholm, 36 gol nell’Allsvenskan (il campionato svedese) prima di trasferirsi in Germania. Fa parte della nazionale, guidata dal ct Janne Andersson: sette presenze e una doppietta alla Slovacchia. Ha il contratto in scadenza nel 2020, il colpo di testa è il suo punto di forza, è un destro naturale, lavora per il collettivo. Ha firmato il primo gol dell’Union Berlino in Bundesliga, il 24 agosto, in occasione del pareggio in rimonta (1-1) con l'Augsburg. E’ uno dei simboli del club insieme con il difensore centrale Neven Subotic, 30 anni, serbo, preso in estate da svincolato dopo una carriera nel Borussia Dortmund (due titoli con Jürgen Klopp in panchina) e nel Saint-Etienne.