Greenwood e la nobile tradizione del Manchester United

Ha 17 anni, è inglese, è un attaccante e viene considerato il nuovo baby d'oro dei Red Devils: proviene dal centro sportivo di Carrington, come Pogba e Rashford. Solskajer lo ha preferito a Lukaku e ha bloccato la sua cessione in prestito.
Greenwood e la nobile tradizione del Manchester United© Getty Images
Stefano Chioffi
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ROMA - Brian McClair è scozzese, ha studiato all’università e si è laureato in matematica:, è stato il primo centravanti acquistato da Alex Ferguson nel Manchester United e il primo a segnare più di 20 gol in un campionato con la maglia dei Red Devils dopo George Best. Un colpo da un milione di sterline, era il 1987: giocava nel Celtic e lasciò Glasgow per diventare uno degli idoli di Old Trafford e per fare coppia in attacco con Mark Hughes. Undici stagioni e 127 gol, quindicesimo posto nella classifica dei grandi cannonieri nella storia del Manchester United: il primo è Wayne Rooney (253), che ha sorpassato Sir Bobby Charlton (249) e Denis Law (237).

LA TRADIZIONE - Brian McClair ha 55 anni e si perde poche partite all’Old Trafford: ha una poltroncina riservata in tribuna d’onore. E non solo per aver contribuito a creare le basi del Manchester United da leggenda di Ferguson. Si è distinto anche nel ruolo di dirigente. Ha diretto il settore giovanile dei Red Devils: ha scoperto e visto crescere tanti talenti, da Paul Pogba a Marcus Rashford e Jesse Lingard, tra il 2006 e il 2015. Centravanti, manager e tifoso: la parabola perfetta di McClair, che ora è rimasto stregato da Mason Greenwood, l’ultima mascotte di un vivaio che vanta una favolosa tradizione: Bobby Charlton, George Best, Nobby Stiles, David Beckham, Ryan Giggs, Paul Scholes. La ricchezza è in casa, nel centro sportivo di Carrington. Adesso l’interesse del popolo dell’Old Trafford si concentra su Greenwood, diciassette anni, nato il primo ottobre del 2001 a Wibsey, sobborgo di Bradford, quindici gol nello scorso campionato Under 18 e cinque in Youth League, in evidenza durante la tournée estiva.

LA CHAMPIONS - E’ un attaccante, una punta moderna: un numero 9 in grado di allagarsi sulla fascia, di partecipare alla manovra, di non concedere riferimenti ai difensori. Sfrontato, spavaldo, mancino, è alto un metro e 81. Ole Gunnar Solskjaer ha bloccato la sua cessione in prestito: c’era la fila. ll tecnico norvegese vuole seguirne l’evoluzione da vicino, dopo averlo lanciato nella passata stagione: Greenwood è diventato il più giovane giocatore (17 anni e 156 giorni) nella storia dei Red Devils a esordire in Champions, in occasione della vittoria per 3-1 in casa del Paris Saint Germain (ritorno degli ottavi, 6 marzo 2019).

I SUOI ALLENATORI - E’ uno dei gioielli della nazionale inglese Under 18, ha firmato un contratto da professionista fino al 2021, ha già giocato tre partite in Premier, sempre dopo l’esonero di José Mourinho e l’arrivo in panchina nello scorso dicembre di Solskjaer, pronto a preferirlo anche a Romelu Lukaku, ceduto ora all’Inter. Greenwood aveva cominciato la carriera nel ruolo di centrocampista: era un mediano-regista, poi è stato trasformato gradualmente in attaccante nel settore giovanile dei Red Devils dai suoi allenatori Kieran McKenna, Nicky Butt e Neil Ryan. Scatto, tocco morbido, tempi di inserimento, istinto e generosità. Sul suo profilo Twitter lo seguono 70.400 persone: ha postato diverse immagini della sua avventura nel Manchester United. E’ cresciuto da bambino ammirando Giggs, ora vuole ripetere la scalata dell Rashford, classe 1997, contratto appena rinnovato fino al 2023 e ingaggio da undici milioni di euro, dieci gol e sette assist nello scorso campionato.


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