Swiderski, la Polonia scopre un altro Piatek

Ha 22 anni, fino a gennaio giocava nello Jagiellonia, che lo ha ceduto al Paok Salonicco. Otto gol in diciassette partite nel campionato polacco, tre reti in sei gare nella Super League greca. Lo segue il Genoa, che accarezza l’idea di un altro affare d’oro.
Stefano Chioffi
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ROMA - Era un calcio romantico: schemi disegnati alla lavagna con il gesso, maglie di lana, partite alla radio e in differita alla tv. La Polonia più bella è sbocciata nel 1974, quando giocare a pallone - nel cuore di un Paese che stava per conoscere gli scioperi nei cantieri di Danzica e l’onda di Solidarnosc (il sindacato autonomo dei lavoratori guidato da Lech Walesa) - non era ancora considerato un mestiere ed era distante dalle logiche del professionismo. Medaglia di bronzo al Mondiale, organizzato dalla Germania Ovest. Il commissario tecnico si chiamava Gorski. Il portiere era Tomaszewski, che portava una corda elastica sulla fronte per bloccare i capelli lunghi. Era la nazionale del 4-3-3: Szymanowski e Musial terzini, lo stopper Gorgon e il libero Zmuda. Il capitano Deyna era il regista, ai suoi lati si muovevano Kasperczak e Maszczyk. Lato (capocannoniere del Mondiale con sette gol) e Gadocha creavano il panico sulle fasce: micidiali in contropiede, sempre pronti a inventare anche il cross perfetto per il centravanti Szarmach. Nella finale per il terzo posto, la Polonia superò il Brasile a Monaco di Baviera con un gol di Lato (1-0). Non è stato il migliore piazzamento della nazionale biancorossa in un Mondiale: c’è stato anche il terzo posto firmato nel 1982 in Spagna con Zmuda, Lato e un giovanissimo Boniek in campo. Il ct era Piechniczek. 

LEWANDOWSKI, MILIK E PIATEK - Ora la Polonia ha tre attaccanti che sulla bilancia del mercato valgono quasi trecento milioni, in base ai ragionamenti del Bayern Monaco (Lewandowski), del Napoli (Milik) e del Milan (Piatek). Esportare centravanti di grande livello: ecco la nuova specialità di una federazione che ha lavorato con successo sui settori giovanili, riuscendo a valorizzare anche talenti come Szczesny e Zielinski, Kownacki e Bereszynski. In questa corsa all’oro dei club stranieri, la tentazione più forte è quella di provare a individuare un altro Piatek (comprato dal Genoa a luglio per 4 milioni e mezzo dal Cracovia e ceduto a gennaio al Milan per 35). E proprio il Genoa sta già accarezzando una nuova idea.

L’OBIETTIVO - Karol Swiderski è entrato da qualche mese nei radar del club di Preziosi. Ha ventidue anni, è nato a Rawicz il 23 gennaio del 1997, è alto un metro e 84, è mancino. Potenza, forza atletica, agilità, colpo di testa, gol in acrobazia. Ha un obiettivo: ripetere l’arrampicata di Piatek. Si è imposto nel vivaio del Lodz, nel 2014 è stato ingaggiato dallo Jagiellonia: ha segnato otto gol in diciassette partite nel campionato polacco, prima di trasferirsi lo scorso 20 gennaio al Paok Salonicco. Costo dell’operazione: due milioni di euro. Ha siglato un contratto fino al 30 giugno del 2022. E nel Paok si è subito imposto: tre gol (al Pas Giannina, all’Apollon Smyrnis e all’Atromitos Atene) nella Super League greca e due gol in Coppa al Panionios. Il Genoa aveva cercato a gennaio di trovare un accordo con lo Jagiellonia: l’ha spuntata il Paok, ma la strada rimane aperta. Swiderski è una soluzione che affascina: l’estate si avvicina.


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