ROMA - Tra le comunità straniere presenti in Germania, quella turca è la più numerosa: quasi tre milioni di persone, secondo le stime recenti. Un’emigrazione cominciata negli anni Sessanta. Si spiega così la presenza massiccia di giocatori di origine turca nella nazionale tedesca del ct Joachim Loew: Ilkay Gundogan è uno dei gioielli del Borussia Dortmund e Mesut Ozil è diventato in estate l’acquisto più costoso (cinquanta milioni di euro) nella storia dell’Arsenal. Gundogan, ventitré anni, mediano-regista, si trascina un problema alla schiena dall’inizio della stagione e ha il contratto in scadenza nel 2015: una situazione tenuta sotto controllo dal Real Madrid e dal Manchester United. Ozil, classe 1988, non è in bilico e ha la certezza di partecipare all’avventura in Brasile, anche se il suo rendimento ha fatto registrare una flessione dal mese di gennaio: logica conseguenza della crisi dell’Arsenal, scivolato dal primo al quarto posto in Premier League.
NOVE GOL - Gundogan e Ozil sono pedine importanti nello scacchiere di Loew. Ma nella Germania dei turchi c’è anche chi ha fatto una scelta inversa rispetto ai colleghi più famosi. Hakan Calhanoglu è nato in Germania, a Mannheim, però ha deciso di indossare la maglia della Turchia. Proprio come Nuri Sahin, classe 1988, mezzala, tornato al Borussia Dortmund dopo due esperienze un po’ faticose nel Real Madrid e nel Liverpool. Calhanoglu è un trequartista, ha vent’anni e gioca nell’Amburgo, che lotta per evitare la prima retrocessione della sua storia. Sta facendo la differenza nella squadra di Mirko Slomka, terzo allenatore di una stagione piena di sofferenze. E’ uno dei giovani più interessanti della Bundesliga. Ventisette partite, tre assist e nove gol, l’ultimo dei quali venerdì scorso nella sfida con il Bayer Leverkusen: una vittoria per 2-1 che ha dato un po’ di ossigeno all’Amburgo ed è costata il posto a Sami Hyppia, tecnico finlandese del Bayer. Calhanoglu inventa colpi spettacolari: splendida la rete da trenta metri su punizione contro il Borussia Dortmund. Prova spesso il tiro dalla lunga distanza: è diventato titolare nell’Amburgo con Bert Van Marwijk, ex ct dell’Olanda. In precedenza aveva lavorato con Thorsten Fink e ora sta custodendo le speranze di salvezza dell’Amburgo di Slomka. Eleganza e muscoli: è un destro naturale, ma usa bene anche il piede sinistro. Una doppietta all’Eintracht Braunschweig, poi un gol all’Hannover, al Wolfsburg, al Mainz, al Borussia Dortmund, all’Eintracht Francoforte, al Norimberga e al Bayer Leverkusen. Con Slomka in panchina ha realizzato cinque reti nelle ultime sette partite, saltando l’appuntamento con il Friburgo per squalifica.
L’IDENTIKIT - Sempre pericoloso quando tenta l’inserimento in area. Può giocare nel ruolo di esterno destro nel 4-4-2 oppure nel 4-2-3-1, così come riesce a incidere nel ruolo di mezzapunta alle spalle del centravanti. Tira da ogni posizione, le sue parabole nascono da una miscela di classe e potenza. Calhanoglu è titolare nella nazionale turca Under 21, diretta dal selezionatore Adbullah Ercan. E’ nato a Mannheim l’8 febbraio del 1994, è alto un metro e 78, ha appena rinnovato il suo contratto fino al 2018 e nell’Amburgo indossa la maglia numero 9. Ha iniziato a divertirsi con il calcio da bambino, a Mannheim, in due piccoli club: l’Fc Turanspor e il Polizei. All’età di sette anni è entrato nei pulcini del Waldhof Mannheim e nel 2009 è stato tesserato dal Karlsruher, dove ha debuttato il 5 febbraio del 2012 nella “Zweite Liga” (che equivale alla nostra serie B) sotto la guida del tecnico norvegese Jørn Andersen. E’ stato acquistato dall’Amburgo nell’estate del 2012 per due milioni e mezzo di euro, ma per un altro anno ha continuato a giocare nel Karlsruher: 17 gol nel 2012-13 nella serie C tedesca. Ha già esordito nella nazionale maggiore della Turchia: il 6 settembre del 2013 è stato utilizzato negli ultimi otto minuti dal ct Fatih Terim durante la partita con Andorra (5-0), valevole per le qualificazioni al Mondiale del 2014.
L’ARSENAL - Lampi da numero dieci e ricami di qualità, ma Calhanoglu riesce anche a organizzare la manovra: nella Turchia Under 21 viene utilizzato a volte nella posizione di regista, perché ha una velocità di gambe e di pensiero che gli consente di fare il playmaker. Tra i talenti che non hanno ancora superato la soglia dei venti anni, Calhanoglu è uno dei più promettenti in Bundesliga. A gennaio lo avevano cercato il Fenerbahce e il Galatasaray, mentre adesso è l’Arsenal che sta valutando la possibilità di presentare un’offerta.
© RIPRODUZIONE RISERVATANOVE GOL - Gundogan e Ozil sono pedine importanti nello scacchiere di Loew. Ma nella Germania dei turchi c’è anche chi ha fatto una scelta inversa rispetto ai colleghi più famosi. Hakan Calhanoglu è nato in Germania, a Mannheim, però ha deciso di indossare la maglia della Turchia. Proprio come Nuri Sahin, classe 1988, mezzala, tornato al Borussia Dortmund dopo due esperienze un po’ faticose nel Real Madrid e nel Liverpool. Calhanoglu è un trequartista, ha vent’anni e gioca nell’Amburgo, che lotta per evitare la prima retrocessione della sua storia. Sta facendo la differenza nella squadra di Mirko Slomka, terzo allenatore di una stagione piena di sofferenze. E’ uno dei giovani più interessanti della Bundesliga. Ventisette partite, tre assist e nove gol, l’ultimo dei quali venerdì scorso nella sfida con il Bayer Leverkusen: una vittoria per 2-1 che ha dato un po’ di ossigeno all’Amburgo ed è costata il posto a Sami Hyppia, tecnico finlandese del Bayer. Calhanoglu inventa colpi spettacolari: splendida la rete da trenta metri su punizione contro il Borussia Dortmund. Prova spesso il tiro dalla lunga distanza: è diventato titolare nell’Amburgo con Bert Van Marwijk, ex ct dell’Olanda. In precedenza aveva lavorato con Thorsten Fink e ora sta custodendo le speranze di salvezza dell’Amburgo di Slomka. Eleganza e muscoli: è un destro naturale, ma usa bene anche il piede sinistro. Una doppietta all’Eintracht Braunschweig, poi un gol all’Hannover, al Wolfsburg, al Mainz, al Borussia Dortmund, all’Eintracht Francoforte, al Norimberga e al Bayer Leverkusen. Con Slomka in panchina ha realizzato cinque reti nelle ultime sette partite, saltando l’appuntamento con il Friburgo per squalifica.
L’IDENTIKIT - Sempre pericoloso quando tenta l’inserimento in area. Può giocare nel ruolo di esterno destro nel 4-4-2 oppure nel 4-2-3-1, così come riesce a incidere nel ruolo di mezzapunta alle spalle del centravanti. Tira da ogni posizione, le sue parabole nascono da una miscela di classe e potenza. Calhanoglu è titolare nella nazionale turca Under 21, diretta dal selezionatore Adbullah Ercan. E’ nato a Mannheim l’8 febbraio del 1994, è alto un metro e 78, ha appena rinnovato il suo contratto fino al 2018 e nell’Amburgo indossa la maglia numero 9. Ha iniziato a divertirsi con il calcio da bambino, a Mannheim, in due piccoli club: l’Fc Turanspor e il Polizei. All’età di sette anni è entrato nei pulcini del Waldhof Mannheim e nel 2009 è stato tesserato dal Karlsruher, dove ha debuttato il 5 febbraio del 2012 nella “Zweite Liga” (che equivale alla nostra serie B) sotto la guida del tecnico norvegese Jørn Andersen. E’ stato acquistato dall’Amburgo nell’estate del 2012 per due milioni e mezzo di euro, ma per un altro anno ha continuato a giocare nel Karlsruher: 17 gol nel 2012-13 nella serie C tedesca. Ha già esordito nella nazionale maggiore della Turchia: il 6 settembre del 2013 è stato utilizzato negli ultimi otto minuti dal ct Fatih Terim durante la partita con Andorra (5-0), valevole per le qualificazioni al Mondiale del 2014.
L’ARSENAL - Lampi da numero dieci e ricami di qualità, ma Calhanoglu riesce anche a organizzare la manovra: nella Turchia Under 21 viene utilizzato a volte nella posizione di regista, perché ha una velocità di gambe e di pensiero che gli consente di fare il playmaker. Tra i talenti che non hanno ancora superato la soglia dei venti anni, Calhanoglu è uno dei più promettenti in Bundesliga. A gennaio lo avevano cercato il Fenerbahce e il Galatasaray, mentre adesso è l’Arsenal che sta valutando la possibilità di presentare un’offerta.