TARANTO - L'uomo da un lato e il personaggio dall'altro lato. Ezio Capuano, allenatore del Taranto che non è mai andato oltre la Serie C, si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera dicendo "che mi sono paragonato a Santa Rita da Cascia, protettrice dei casi disperati. Ma anche a Robin Hood. Sono una specie di pronto soccorso: succede un incidente, chiamano me. Ho fatto imprese e vissuto degli esoneri". Ai giocatori urla "vi squarto", li carica, ci va giù duro: alcuni video di conferenze stampa sono diventati cult. "Quando rivedo certi video mi vergogno, perché quello non sono io: è il mio gemello scemo". E poi spiega: "Un allenatore deve essere come un padre e far crescere i giocatori: i miei figli li baciavo mentre dormivano, ma di giorno gli davo torto".
Ezio Capuano, la famiglia e i risultati nel calcio
"Chi è Ezio Capuano? Nell’intrinseco bisognerebbe conoscerlo. Alleno da 33 anni, ma non ho fatto il grande salto: non è facile gestirmi. Nasco da una famiglia di cultura, anche a livello ecclesiastico, perché il fratello di mia madre è stato generale dei Domenicani. Mio padre era professore universitario. Mio fratello è uno dei diabetologi più importanti, dirige l’azienda farmaceutica Lilly. Un altro fratello è stato manager della Menarini". Ezio Capuano è famoso per la fase difensiva: "L’essenza del calcio è risultato, il resto è aria fritta. Gioca bene la squadra che ha equilibrio. E un allenatore deve un essere bravo pittore: con i colori a disposizione deve fare un buon quadro. Ma nel calcio tutti possono parlare". Poi un passaggio sul suo rapporto con i soldi: "Li ho bruciati, penso a far vivere bene la famiglia. Ho guadagnato tantissimo, senza dare mai valore al denaro".