Ranieri, Mister Claudio e quel sorriso senza età

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Ranieri, Mister Claudio e quel sorriso senza età© ANSA
Italo Cucci
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Intravvedo un Ranieri sbarcare raggiante a Cagliari e mi viene da definirlo giovanile, quell’attributo che non piace alle milf che un tempo chiamavamo tardone e oggi - proprio come Claudio - ostentano una esemplare forma da battaglia al punto di dire «Dentro me ho un maremoto». Mi sarebbe piaciuto usarla, cinquant’anni fa, una battuta così. Certo è nata nel tempo, non poteva averla detta trentacinque anni fa, quando si sedette la prima volta sulla panchina del Cagliari, reduce da un corso abbreviato alla guida della Campania Puteolana. «Ero ragazzino», dice. Aveva la metà dei settant’anni che esibisce con noncuranza. Era salito in B con Ielpo, Festa, Cappioli e nel ‘90 - già in Serie A - trattava buon calcio con Matteoli - sardo verace della Barbagia di Ollolai - con Fonseca - il dentone uruguagio che l’avrebbe seguito al Napoli - e Francescoli, il genio di Montevideo che piaceva a Pelé e ispirò Milito. C’era di che vantarsi ma lui, Claudio, s’era ormai stampato sulla bocca quel sorriso bonario e misterioso che l’ha accompagnato tutta la vita, da Napoli a Firenze, da Valencia a Madrid, da Londra a Parma, con una pausa in piega amara alla Juve tritauomini e un ritorno di fiamma a Roma. Poi Milano, Monaco, Atene, Nantes, Genova, Watford. Italia, Spagna, Inghilterra, Grecia, Francia, da vero Mister Europa. Non si scompose neppure a Leicester quando divenne l’eroe europeo dell’Impossibile. San Ranieri. Gli servì, quel bagno di gagliarda umiltà, per accogliere con sempre maggior entusiasmo sulla sua barca per una breve vacanza in mezzo al mare i compagni coi quali s’era divertito a Catanzaro dal ‘74 all’82, allenatore Gianni Di Marzio, superstar Massimo Palanca, presidente il grande avvocato Ceravolo… Bisogna che mi dia una frenata, va a finire che la nostalgia di quei tempi frega me mentre lui non fa una piega e mostra i muscoli. Piace, ai tifosi di un Cagliari esasperato, questa versione aggressiva del mister; com’è piaciuta alla signora che l’ha accolto a Elmas - appena uscita dal parrucchiere che le ha tinto i capelli di rosso e di blu - definendolo spiccia «Un vero signore, un vero allenatore» e guadagnandosi all’istante un ruolo da opinionista competente. Buon lavoro, Claudio.


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