Indirizzata, ma non decisa, dall’espulsione inevitabile di Nagy dopo 12 minuti di gioco e chiusa tra le polemiche per il tocco dell’arbitro Colombo nell’azione che porta al rigore decisivo (è vero, il possesso palla era del Bari ma Maita potrebbe averne tratto vantaggio), la spigolosa contesa dell’Arena ha confermato che questo Bari non ha remore a lottare per la A. Anzi, la caccia al Genoa (tornato da +9 a +6) trova slancio dopo il colpaccio in terra nerazzurra, non proprio scontato. Tutto facile con l’uomo in più per oltre 80’ di gioco? Non esattamente. Perché D’Angelo, riassettata il suo Pisa, colpisce con Torregrossa e si arrende solo al rigore di Antenucci al 90’, dopo essere stato torturato da Morachioli, arma letale della rincorsa barese, non solo sino al pari di Esposito, altro talento ritrovato. È, tuttavia, l’atteggiamento complessivo della compagine pugliese, finalmente ostinata a osare, a fornire la chiave di questo finale di stagione che vedrà in ogni caso il Bari protagonista. Il calendario offrirà una grande opportunità all’ultima giornata quando l’ex doriano Mignani (nella foto) farà visita al Genoa che prima di allora avrà ancora un paio di scogli da superare. Subito la sfida al Sud Tirol di Bisoli nel prossimo turno; poi lo scontro diretto con il Frosinone allo Stirpe, preceduto dalla visita dell’Ascoli di Breda, ancora con qualche speranza da coltivare. Insomma, giochi aperti (non per la Ternana dopo il ko col Venezia) ma con un carico di veleni da evitare. Intanto, i Galletti hanno blindato il 3º posto che è un altro affaccio panoramico sulla A. Ovviamente a prova anch’esso di multiproprietà. Perché il Bari promosso sarebbe comunque oro colato!