Cagliari-Bari, capitali per una notte

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Tullio Calzone
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Capitali per una notte. Anzi per due. Con l’obiettivo di ridiventarlo per sempre. Reduci da due stagioni avvincenti e piene di insidie, dopo aver conteso la promozione diretta al Frosinone di Fabio Grosso e al Genoa di Alberto Gilardino, i due tecnici mondiali promossi per direttissima senza bisogno di spareggiare, Cagliari e Bari incrociano i propri destini al primo bivio che può riportarle in A. Un sogno diventato realtà dopo un campionato estenuante in cui è stato necessario lottare sino all’ultimo istante e all’ultima goccia di sudore per obiettivi tutt’altro che scontati. Due riscatti in uno quello che si accingono, finalmente, ora a vivere non solo due nobili squadre del calcio italiano, anche due straordinarie tifoserie. Comunque vada, potranno entrambe beneficiare del riassetto societario e degli investimenti tecnici operati dai club dei presidenti Tommaso Giulini e Luigi De Laurentiis. Due storie nell’ultimo tratto parallele e alimentate da competenza e passione. Per cancellare le amarezze inenarrabili di Venezia, il patron dei sardi ha resettato tutto, dotando il Cagliari di una struttura societaria all’americana con tre aree distinte e comunicanti, parti integranti di una sola company.

Il progetto del Cagliari

Il piano tecnico (con investimenti nel vivaio, ben 43 Academy e uno scouting d’avanguardia) che interseca l’area business, poggiando le basi sul progetto del nuovo stadio che presto soppianterà il vecchio Sant’Elia. Un impianto avveniristico, interamente cablato e all’altezza di una società ambiziosa con l’obiettivo, condiviso con la Figc, di farlo diventare una delle sedi di Euro 2032. Rispetto, amicizia e fair play i valori insegnati ai bambini che, intanto, già colorano gli spalti della Curva Futura alla Unipol Domus dove si semina per raccogliere frutti copiosi in un avvenire già dietro l’angolo. Al centro dovrà esserci ancora il tifoso anello di congiunzione tra ciò che il Cagliari è stato e tutto ciò che sarà. Ecco perché questa doppia finale per la A, costruita attraverso l’esperienza e il carisma di Claudio Ranieri contro il Venezia e il Parma, complici i gol ancora di Lapadula - a cui il presidente di Lega B Mauro Balata consegnerà il “Premio Pablito” questa sera -, è un punto di partenza, non di arrivo. E cancella quella retrocessione orribile che avrebbe potuto azzerare tutto e, invece, è diventata una formidabile opportunità.

Il progetto di Luigi De Laurentiis: Epicentro “Astronave”

Sarà la finale perfetta anche per il Bari a conclusione di una stagione sempre vissuta nel perimetro playoff con ambizioni dichiarate e senza ostacoli insuperabili. Neppure quello delle regole cambiate in corsa relative alle multiproprietà che non può essere un freno per una semplice ragione: il valore del club, qualora arrivasse in massima serie, si moltiplicherebbe immediatamente. Giunto con idee chiare dalla Serie C, il tecnico Michele Mignani con il suo stile garbato e la sua caparbietà, ha costruito questa possibilità a 14 anni dall’ultima promozione firmata da Antonio Conte tra un tripudio di tifosi baresi. Allora come ora. Saranno, infatti, gli stessi che popoleranno l’Astronave per la gara di ritorno di domenica sera. In 60 mila proveranno a sostenere Cheddira e compagni in quest’ultima tappa per la gloria. Ma anche qui i fatti raccontano di un successo conclamato a prescindere: in 5 anni il presidente Luigi De Laurentiis è riuscito a risvegliare un amore antico e unico per i colori biancorossi e a far riappassionare una città e il suo territorio alla squadra del cuore con un lavoro trasversale e investimenti mirati. Insomma, all’appuntamento col futuro, neppure i Galletti arrivano per caso ma con una voglia incontenibile di ipotecarne uno stabilmente in A. Dove Cagliari e Bari meritano di stare da autentiche capitali!


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