FERRARA - Il compito più improbo al cospetto della squadra che gli ha fatto battere il cuore sin dalla più tenera età. Capite voi che nella mente di Francesco Vicari s'intrecciano ricordi e passioni a poche ore dalla trasferta dell'Olimpico, stadio di cui conosce a memoria i gradoni di quella Curva Nord nella quale era solito prendere posto, accompagnato dal papà, ogni domenica in cui la Lazio giocava in casa. Un luogo particolare: è lo stadio dove ha fatto il suo esordio in A in una calda domenica d'agosto del 2017, è lo stadio in cui domenica si troverà a fronteggiare quello spauracchio che di nome fa Ciro Immobile, che magari nelle 36 giornate in cui non se lo ritrova davanti lo renderà pure felice, ma che per quella alle porte preferirebbe se chiudesse i rubinetti.
Perché i punti che servono alla Lazio per continuare a cullare il sogno di una rimonta al vertice sono gli stessi che servono alla Spal per rimettersi in marcia in una volata salvezza che s'è fatta sempre più complicata, ristretta (per ora) a quattro squadre e destinata a tormentare i pensieri del popolo biancoazzurro fino all'ultima curva. Vicari della Lazio ha sempre detto di essere ancora oggi tifoso, ma domenica è pronto a rovinare la festa ai tanti amici che prenderanno posto in Curva Nord. La sua stagione sin qui è stata di una regolarità senza precedenti: ha giocato tuttre le 24 gare ufficiali tra campionato e Coppa Italia, solo una partendo dalla panchina (a Udine) e indossando per 14 volte la fascia di capitano al braccio.