FERRARA - Il rischio, in casi come questi, è di lasciarsi travolgere dal pessimismo. Fin troppo facile abbattersi quando non riesci a cavare un ragno dal buco, sensazione che da qualche tempo a questa parte è compagna di viaggio della Spal. Basta prendere a campione il dato degli scontri diretti per capire che qualcosa s’è inceppato per davvero, che concedere tre punti a Sassuolo, Cagliari, Lecce e Sampdoria è un problema bello grosso se poi i conti, a poco meno di un terzo di stagione, già non tornano.
A Leonardo Semplici la piazza chiede un ultimo sforzo prima di riordinare le idee grazie all’imminente sosta per le gare delle nazionali: fare risultato a Udine al cospetto di una squadra che è sembrata rifiorire nell’ultimo turno, capace di fare bottino pieno a Genova e di convincere Gotti a restare almeno per altri 90’ (poi dovrebbe arrivare Zenga). Di sicuro c’è che le prossime due gare (alla ripresa c’è il Genoa al Mazza) rappresentano uno snodo cruciale nella stagione spallina: perseverare nel cannare gli scontri diretti finirebbe per convincere anche i più ottimisti che dal guado non ci sarebbe più possibilità d’uscita.