FERRARA - Duecento volte Semplici. Mica roba da tutti i giorni: le presenze raccolte sulla panchina della Spal dal tecnico fiorentino bastano e avanzano per spiegare ciò che è diventato all’interno dell’ambiente spallino. Un totem, un simbolo che non a caso gode di fiducia incondizionata, come ribadito a chiare lettere dal presidente Walter Mattioli anche a margine della sfida con la Juventus: "Andremo avanti con Semplici fino al termine della stagione, chi sostiene il contrario vuol solo destabilizzare l’ambiente e creare problemi". Detto che nel calcio le parole a volte sono come un soffio di vento, nessuno a Ferrara si sogna davvero di pensare che possa esserci qualcosa di diverso rispetto alle parole pronunciate dal presidente. Un addio anticipato, magari dettato da ragioni di classifica, è davvero l’ultima delle ipotesi sul tavolo.
Semplici e la Spal sono ormai una cosa sola e le 200 panchine festeggiate (con sconfitta) a Torino sono la testimonianza diretta di un rapporto che ha superato momenti difficili, ma che si è circondato soprattutto di pagine di epica sportiva. La terza salvezza consecutiva è il regalo d’addio che il tecnico ha in mente di consegnare alla città di Ferrara, consapevole che al termine di questo campionato le strade siano destinate a separarsi dopo che l’estate scorsa si è già andati già vicino a un possibile addio. Il secondo grande obiettivo per Semplici è quello di superare le 220 panchine biancoazzurre di Mario Caciagli, proclamato “l’allenatore del secolo” nel corso dei festeggiamenti per i 100 anni della Spal (avvenuti nel 2007). Un traguardo presumibilmente da raggiungere entro il mese di febbraio 2020 (dipenderà da quanta strada farà la Spal in Coppa Italia), ma che per essere raggiunto dovrà passare anche per una pronta risalita dopo il difficoltoso avvio di stagione. Che per ora, nella settimana che porta al derby con il Parma, vede la Spal penultima con gli stessi 3 punti del fanalino di coda Samp.
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