Salernitana, i giorni della fiducia

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Alessandro Barbano
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San Paolo la chiamava “cupio dissolvi”, intendendo quella tentazione di distruggere tutto che s’impossessa degli uomini di fronte a certi momenti critici. È quanto sta accadendo a Salerno, dove un gruppo di scalmanati ha scatenato contro il club e il presidente una contestazione minacciosa che può solo danneggiare una delle poche realtà sportive sane nel Mezzogiorno.  
Che si tratti di reazioni fuori controllo e autolesioniste lo dimostrano la veemenza dei toni e gli effetti incandescenti prodotti nell’ambiente. Il contrario di cui avrebbe bisogno una squadra che, al netto di un avvio difficoltoso, è ancora a soli quattro punti dalla zona salvezza.  
La stessa squadra l’anno scorso ha chiuso la stagione con 42 punti, come una delle sorprese della Serie A. Vuol dire che quegli atleti, per motivi diversi, stanno dando molto meno di ciò che è lecito aspettarsi. 
Di tutto c’è bisogno, in questo momento, tranne che degli esagitati. Che andrebbero isolati e silenziati da un coro di incoraggiamento alla società granata da parte di tutte le espressioni sane del tifo e della comunità salernitana. Non si può fingere di ignorare che Danilo Iervolino ha investito suoi capitali, scommettendo come pochi sul calcio al Sud e mettendo in quest’avventura passione e managerialità. Solo per questo meriterebbe collaborazione e sostegno. La sua disponibilità a tornare sul mercato per rafforzare la rosa, colmando alcune lacune in difesa e a centrocampo, è un segnale di solidità e di visione. La risposta migliore a questa inaudita e inaccettabile “cupio dissolvi”. 


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