E alla fine l’ha decisa il Migliore, il campione, quello che quando sta bene gioca un altro calcio. Non è stata una Roma totalmente risolta, quella che ha battuto il Toro: ma le è bastato un Dybala restituito a se stesso, pura genialità. In particolare nel secondo tempo Paolino è stato spettacolare. Quando, poi, ha ritrovato la sponda di Lukaku, addirittura sontuoso. Una gioia per gli occhi, molto meno per Orecchio (la spia che ogni tanto viene al freddo di Trigoria). Roma non ringrazierà mai abbastanza chi ha convinto e portato nella capitale il fantasista argentino - però la devo smettere di infilarci sempre lo zucchero per Mourinho perché rischio di diventare pedante. Anzi, lo sono.
De Rossi ha il coraggio delle scelte - è un pensiero in costante movimento - alcune delle quali apparentemente azzardate. Per tutto il primo tempo la Roma ha sofferto la superiorità di Bellanova su Angeliño e l’inconsistenza tecnica di Kristensen. Eccessivo anche lo spazio concesso ai centrocampisti di Juric, Ricci e Vlasic ne hanno spesso approfittato, pur andando ripetutamente a sbattere contro i limiti offensivi della squadra, la cui produzione di reti è da tempo insufficiente (Zapata fa per tutti, Sanabria si incarta). Interessanti alcune soluzioni di De Rossi, quali l’avanzamento (cercato) di Mancini e Cristante, la loro partecipazione all’uscita dall’area, fase in cui Daniele ha tenuto alto anche Kristensen, allargando Smalling. Non mi ha convinto la scelta di Azmoun al posto di Lukaku, soprattutto perché la difesa del Toro, in emergenza, balbettava parecchio: l’iraniano è decisamente più mobile di Big Rom, ma il volume, i chili e i centimetri in certe situazioni fanno una grande differenza e più paura.
Ripeto quello che ho già scritto altre volte: la spinta propositiva, l’idea di Daniele è encomiabile e apprezzata da pubblico e media; i difetti strutturali della Roma, purtroppo evidenti da un pezzo. Numerosi sono i rischi che la squadra si prende giocando un calcio più offensivo e libero: per battere gli avversari dall’ottavo posto in su della classifica servono tanti gol, perché la Roma sembra destinata a prenderne quando affronta attaccanti di livello superiore. Dybala, o Trybala, non potrà sempre risolvere la partita dal nulla. Certo che quando ci riesce, lo spettacolo di luce è impagabile. E l’Olimpico diventa un Sanremo in cui si canta a squarciagola un solo pezzo, sempre lo stesso.