Carissimo Paulo, o Paolino (cit. JM), innanzitutto togli subito lo smartphone a Carlos Novel: il tuo amico agente-non-agente non può postare una foto con l’intermediario George Gardi a Istanbul nei giorni in cui la Roma è in grande difficoltà e si parla addirittura di salvezza, l’apertura del mercato di gennaio vicina e la sensibilità di tifosi e media altissima.
Perché le cose o si fanno bene o non si fanno affatto: vedi la trattativa con gli arabi, un disastro al quale comunque rimediasti rinunciando a un pacco di milioni, ma anche all’oblìo.
A tal proposito, mi permetto di suggerire a Carlos un paio di passaggi utili per realizzare il trasferimento e non farti perdere la faccia: se il problema è la clausola, può bastare sedersi al tavolo con gli americani, o chi per loro, portare un’offerta e dire: «Paulo vuole restare fino a fine stagione, aggiusta la classifica della Roma e tenta di farle fare tanta strada in coppa. A fine giugno, però, via la clausola, vi liberate di lui e di uno stipendio da 16 milioni lordi».
Un po’ di esperienza me la sono fatta, in questi anni.
Vorrei però parlarti d’altro, Paulo: anche ieri hai confermato di essere di un’altra categoria, giochi un calcio meraviglioso, i tuoi “no look” sono cibo per l’anima di chi ama lo sport più bello del mondo, inoltre Ranieri ti ha eletto figura centrale della Roma. In questo periodo di miserie tecniche, uno come te non può che essere apprezzato.
Hai 31 anni, da poco hai messo su famiglia e allora prendi in mano la tua carriera, non è tardi. Posso solo immaginare cosa abbia significato la perdita di tuo padre quando ne avevi 14, la vita ha provato a consolarti parzialmente dandoti un talento che non può essere disperso per amarezza o mancanza di Champions.
Certo, se anche tu, dopo Mou, dovessi trasferirti a Istanbul, sarei costretto a telefonare al direttore di Milliyet per farmi assumere: non ho più l’età, né la voglia, di rimettermi in pista altrove.
A Claudio hai confessato che vuoi restare. Ecco, dillo anche alla gente che ti vuole bene e tifa per te.
A tal proposito, mi permetto di suggerire a Carlos un paio di passaggi utili per realizzare il trasferimento e non farti perdere la faccia: se il problema è la clausola, può bastare sedersi al tavolo con gli americani, o chi per loro, portare un’offerta e dire: «Paulo vuole restare fino a fine stagione, aggiusta la classifica della Roma e tenta di farle fare tanta strada in coppa. A fine giugno, però, via la clausola, vi liberate di lui e di uno stipendio da 16 milioni lordi».
Un po’ di esperienza me la sono fatta, in questi anni.
Vorrei però parlarti d’altro, Paulo: anche ieri hai confermato di essere di un’altra categoria, giochi un calcio meraviglioso, i tuoi “no look” sono cibo per l’anima di chi ama lo sport più bello del mondo, inoltre Ranieri ti ha eletto figura centrale della Roma. In questo periodo di miserie tecniche, uno come te non può che essere apprezzato.
Hai 31 anni, da poco hai messo su famiglia e allora prendi in mano la tua carriera, non è tardi. Posso solo immaginare cosa abbia significato la perdita di tuo padre quando ne avevi 14, la vita ha provato a consolarti parzialmente dandoti un talento che non può essere disperso per amarezza o mancanza di Champions.
Certo, se anche tu, dopo Mou, dovessi trasferirti a Istanbul, sarei costretto a telefonare al direttore di Milliyet per farmi assumere: non ho più l’età, né la voglia, di rimettermi in pista altrove.
A Claudio hai confessato che vuoi restare. Ecco, dillo anche alla gente che ti vuole bene e tifa per te.