La battuta la pronunciò vent’anni fa a Valencia dove era tornato sette anni dopo la prima, fortunata esperienza in panchina. A un giornalista che lo incalzava riempiendo le domande di “se”, Claudio Ranieri rispose così: «Si mi abuela hubiera tenido pelotas yo habría tenido dos abuelos». Traducción: se mia nonna avesse avuto le palle avrei avuto due nonni.
Un’esplosione in sala stampa: fragorosa. Da quel momento la abuela, la nonna di Ranieri divenne popolarissima in tutta la Spagna e stracitata ogni volta che il tecnico si presentava ai giornalisti.
Di “se”, e non di nonne, è pieno il futuro della Roma di (e con) Ranieri, oltre che il presente. Un futuro di programmi ambiziosi che non riguardano esclusivamente il nuovo stadio a Pietralata. A gennaio - primo step - gli americani vogliono cambiare volto alla squadra per ricordarci che la Roma resta il principale asset sportivo di un Gruppo in costante espansione.
I Friedkin, aggiunto l’Everton alla Roma, hanno infatti intenzione di estendere sensibilmente il proprio raggio d’azione, acquisendo altre società, tra le quali un club di MLS e altri di sport quali il basket e l’hockey.
All’inizio di gennaio Dan dovrebbe presentarsi di nuovo a Roma e non è escluso che assista insieme a Ryan al derby del 5. L’augurio - aggiungo - è che abbia capito che è arrivato il momento di far sentire la sua voce e che il tempo delle assenze e delle irritazioni a distanza è finito.
Torno volentieri a Ranieri. Claudio ha conquistato in fretta la fiducia della proprietà con il buonsenso, la competenza e soprattutto il suo saper stare al mondo. Nella scelta del nuovo allenatore avrà un peso fondamentale, così come inciderà sulle operazioni di mercato in entrambe le sessioni.
Il collega che Sor Sir stima di più è Massimiliano Allegri che già prima del suo arrivo era stato avvicinato dai Friekdin attraverso l’agente Giovanni Branchini. Il quale però aveva bloccato sul nascere la trattativa per via dei tempi ritenuti non ancora maturi.
Allegri non ha mai nascosto di gradire la piazza di Roma, anche se nelle ultime settimane è cresciuta in lui la voglia di lavorare all’estero, in particolare in Premier.
È peraltro assai improbabile che Ranieri possa indicare il nome di un under 40, soprattutto dopo che la stessa Roma ha bruciato in pochi mesi la carta De Rossi.
Per questo penso che non possa realizzarsi a breve il sogno di Carlo Ancelotti: vedere suo figlio Davide, 35 anni, sulla panchina giallorossa. Da anni Davide è il principale assistente (ascoltatissimo) del padre e a Madrid gode di grande considerazione. Numerosi club francesi, svizzeri e tedeschi si sono interessati a lui, ma Carlo vorrebbe che la partenza della carriera avvenisse in una società prestigiosa e di fascia alta (curiosità: Davide Ancelotti è nato il 22 luglio, data molto cara ai romanisti).
Capitolo Ceo. In queste ore la Roma è alla firma con il manager che prenderà il posto di Lina Souloukou (da gennaio rientrerà nell’orbita Marinakis). È italiano, non lavora a Sky e non è Marzio Perrelli, ex Perry March, il quale è stato nominato Ceo dai giornali senza aver mai ricevuto offerte dai Friedkin. Sembra che nelle ultime ore il suo cellulare sia stato invaso da messaggi di congratulazioni dall’Italia e dall’estero. La verità è che Perrelli non ha mai avuto intenzione di abbandonare la Casa dello sport.
Da giovedì viene fatto con insistenza il nome di Alessandro Antonello, 59 anni, attuale ad dell’area corporate dell’Inter. Sospetto che anche il suo smartphone stia andando in tilt.
Occhio che i Friedkin sono imprevedibili.