ROMA - Una delle sciocchezze più urticanti che si possono raccontare a proposito da Claudio Ranieri, è che conosca soltanto un sistema di gioco. «Ecco, ora arriva e ripristina il 4-4-2». Nel Cagliari dello scorso campionato, concluso con una salvezza tribolata, Ranieri ha utilizzato 17 volte su 38 la difesa a tre. E anche quando ha scelto la linea a quattro, ha modificato lo schieramento e la strategia a seconda dei giocatori a disposizione e degli avversari da ostacolare. E’ successo anche negli anni passati, persino nelle 12 partite della stagione 2028/19 in cui arrivò a sostituire Di Francesco: inizialmente Ranieri voleva far convivere Dzeko e Schick in attacco ma si rese presto conto che non sarebbe stata una buona idea. E così, dopo la scoppola di Ferraara con la Spal, decise di oscillare tra il 4-3-3 e il 4-2-3-1.
Roma, un calendario tortuoso
Dategli un po’ di tempo per capire nel dettaglio problemi e soluzioni a Trigoria. E dopo il primo difficilissimo trittico che lo attende, con le trasferte in casa del Napoli e del Tottenham e il nuovo esordio all’Olimpico contro l’Atalanta, troverà la fisionomia più idonea per la squadra. Ranieri parla molto ai giocatori, ne vuole conoscere sensazioni e desideri, per scegliere non solo in base a uno schema da lavagna ma anche ai momenti psicofisici di ognuno di loro. Probabilmente ha già in testa gli undici ideali, che potrebbe sistemare in campo indifferentemente con due diversi sistemi difensivi. Per esempio Mancini potrebbe scalare facilmente a destra, come terzino bloccato, se il rientro di Saelemaekers gli suggerirà di giocare con due linee di fascia coperte. Ma Ranieri sa benissimo che i predecessori, a parte Juric che della difesa a tre ha fatto un dogma in carriera, hanno modificato le loro attitudini in base alla rosa: Mourinho nel 2021 cominciò la stagione con il 4-2-3-1 ma intuì, parlando soprattutto a Smalling, che la soluzione migliore sarebbe stata aggiungere un difensore. Quanto a De Rossi, che aveva chiesto interventi sul mercato adatti a un calcio più rapido e intenso, con ali capaci di saltare l’uomo e andare in profondità, anche lui ha compreso che per sfruttare al massimo Dybala avrebbe dovuto esentarlo dalle rincorse all’indetro. E così a Genova, nella sua ultima esibizione, ripropose il 3-5-2.
Ranieri punta su Dybala e Hummels
In ogni caso non vedremo più Dybala in versione podista. Ne beneficerà, soprattutto quando avrà la palla tra i piedi. Ed è molto probabile che Hummels, finalmente, venga trattato da vicecampione d’Europa. Titolare da subito, se starà bene. E’ «un professore», come l’ha definito il compagno Mancini, che potrebbe aiutare la squadra ad acquisire impermeabilità e sicurezze. N’Dicka quindi potrebbe essere spostato sul centrosinistra oppure, in caso di difesa a quattro, fare coppia con il totem tedesco. Dove Ranieri potrà sbizzarrirsi nelle scelte, di volta in volta, è a centrocampo: oltre a Koné, Cristante e Pellegrini, che sembrano i titolari designati inizialmente, possono entrare facilmente in scena gli altri tre, cioè l’azzurro Pisilli più Le Fée e persino Paredes, se il capo non lo vedrà troppo distratto dall’imminente trasferimento al Boca.