Io Juric non lo capisco

Leggi il commento del Direttore del Corriere dello Sport-Stadio
Ivan Zazzaroni
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Io Ivan non lo capisco più, e detta così può anche far sorridere. Non capisco ad esempio perché, a pochi minuti dall’inizio della partita col St.Gilloise, parli di ricerca della positività sapendo di aver rinunciato (un’altra volta) a Dybala che la positività la esprime soltanto con la presenza, oltre che con un talento unico e irrinunciabile. L’informazione che l’allenatore trasmette più o meno indirettamente è preoccupante, soprattutto se poi aggiunge: «Sappiamo che Paulo va gestito».

Di nuovo? Significa che non può fare due o tre partite di seguito? O forse non sta bene e non ce lo fanno sapere? E allora perché lo porta in panchina? Ha soltanto mezz’ora di autonomia? Scelta tecnica? Non posso nemmeno pensarlo. Ritiene fondamentale la sfida col Bologna e lo vuole perfetto? Mah.
 

La questione delle scelte è il punto centrale e alimenta perplessità e interrogativi: Juric sa bene di essere a tempo eppure si comporta come se si sentisse sicuro del posto e non in discussione, un tecnico da programmazione a lungo termine insomma. I media continuano a moltiplicare le sue ultime spiagge, ma lui rinuncia all’ombrellone e agli occhiali da sole: non si protegge dai raggi spesso ustionanti di Friedkin.

Confesso che non capii neppure la formazione di Elfsborg, e lo scrissi, e mi ha sorpreso quella di Verona. Non vi dico l’undici di Bruxelles dove Hummels si è visto superare anche da Cristante che, per carità, il centrale difensivo lo può fare, ma solo se la squadra è in assenza di specialisti.

Il trattamento riservato a Hummels mi riporta sistematicamente a Sartori, tra i migliori ds in circolazione: in estate l’ha aspettato (invano) per settimane, lo voleva a Bologna per la Champions. O Giovanni è improvvisamente invecchiato oppure tra Juric e il tedesco c’è qualcosa di inspiegabile?
 

Non capisco Ivan, infine, perché non nutro pregiudizi nei suoi confronti, e penso di essere tra i pochi in circolazione: lo considero un allenatore preparato e un uomo leale e diretto. Che sia davvero l’aria di Trigoria?


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