Prima uscita semipubblica (a Trigoria) di Florent Ghisolfi, 39 anni, di Aubagne, siamo in Provenza, dal 22 maggio direttore sportivo della Roma, indicato - as usual - dal mitologico Charles Gould, quello che con gli algoritmi nel calcio italiano non ne infila una. Mi auguro che stavolta abbia fatto centro, per lui l’eccezione. Daje, Florent.
Ghisolfi non parla ancora un italiano decente, ma capisce anche quello indecente. L’inglese lo mastica, il francese, la lingua madre, gli garantisce la necessaria protezione.
Non mi esibisco nell’esegesi delle sue risposte perché, essendo - come detto - la prima, attesa apparizione del Nostro, un po’ di tolleranza e il giusto rispetto gli sono dovuti. Mi limito ad alcune brevissime note a margine.
Parto da stabilità. «Dan e Ryan sanno fare scelte forti» ha spiegato «ma anche supportare al massimo le persone che sono nel club». Ghiso ha dimenticato di aggiungere «fino a quando non ricorrono alla ghigliottina contrattuale». Mou fu supportato per un anno e sopportato fino all’esonero, Daniele è durato nove mesi. Ma il passato è passato, le passé est le passé.
Dybala. «Nessuno contatto per il rinnovo... In estate non lo abbiamo voluto mandare via noi». In un mondo normale, e con questa Roma, gli arabi avrebbero dovuto trovare sempre occupato. E in un mondo normale, e con questa Roma, il rinnovo di Dybala, con tanto di spalmatura dell’ingaggio, è un passaggio consigliabile.
De Rossi. «È stato doloroso per tutti. Se un allenatore fallisce, anch’io ne risento». Alla Roma si fallisce in un mese.
Lina. «I rapporti con Riso? Non voglio parlarne». Se vedi un affamato non dargli del riso: insegnagli a coltivarlo (Confucio). Chi vuole intendere intenda, tutti gli altri in Toyota.
Juric. «È l’uomo giusto, corrisponde al valore della Roma». Per questo gli hanno fatto un contratto di soli sei mesi. Quanto al valore, anni fa, non troppi, a chi gli segnalava le diffidenze (...) di alcuni giornalisti nei suoi confronti, pare che Ivan abbia risposto (alla Mihajlovic): «Schiaccio con macchina». Li morte’. A Juric la personalità non manca ed è pure un allenatore risolto.
Le Fée. «Non ha problemi cronici». Adesso siamo tutti più tranquilli: speriamo che non li abbiano neanche Koné, Dybala e Pellegrini. Pisilli e Baldanzi. «Hanno il dna della Roma del futuro». Il presente, Florent: non c’è futuro senza un presente.
Gli allenatori. «La Roma non deve essere dipendente da un allenatore o un dirigente». Ce ne siamo accorti. E quel «vogliamo stabilità» è un desiderio (pio) da riconsiderare tra un anno.
Il nuovo Ceo. «Arriverà, ma non so se arriverà anche un dirigente di campo». Francesco e Zibì possono dormire tranquilli.
Seconde squadre. «Ci pensiamo». Pensare innanzitutto alla prima, fa brutto?