Roma-Athletic Bilbao, la partita già vista

Leggi il commento del Direttore del Corriere dello Sport - Stadio
Ivan Zazzaroni
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La sensazione, netta, di averla già vista una partita così. Nelle indimenticabili stagioni di Mourinho quando, affrontando un avversario più attrezzato, la Roma dava tutto quel poco - o molto - che aveva: costruiva il risultato con venti minuti di bel calcio e provava a gestire il vantaggio per un tempo intero, il secondo, quello senza Dybala, esaltandosi nella difesa.  

Il più delle volte finiva bene, almeno in Europa. Con l’Athletic è andata così così: nel finale è uscito un pari che i baschi hanno sostanzialmente meritato per il volume di gioco espresso, rarissime le conclusioni in porta. Della Roma di Juric mi sono piaciute alcune cose: innanzitutto l’atteggiamento, la forza di volontà, l’attenzione: il gol del pari è in fondo il prodotto di una palla inattiva e di una marcatura doppia ma troppo lenta su Paredes. 

Nella fase migliore han fatto assai bene Koné, Angelino, Dybala, Baldanzi, N’Dicka e naturalmente Dovbyk. Un’azione rugbistica, alla mano (“al piede” non si può proprio sentire), quella che ha portato al vantaggio. Contrasto vinto da Dybala, tunnel per Koné, poi tutta una tirata: Baldanzi, Angelino e il cross per Dovbyk, autore di un movimento e di uno stacco perfetti. 

La principale analogia con le prestazioni della Roma di Mourinho è proprio la dipendenza da Dybala, che ha giocate che non appartengono ad altri (il compagno più qualitativo resta Pellegrini), anche quando sono semplici. Lui vede un calcio che non è di tutti. Certo, se penso che hanno tentato di lasciarlo agli arabi...


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