Roma, De Rossi a caccia della svolta: ecco cosa serve

Il tecnico, squalificato domenica all’Olimpico con l’Udinese, sta lavorando a Trigoria per risolvere i problemi della sua rosa e per dare finalmente una sterzata alla stagione
Jacopo Aliprandi
6 min
Niente allarmismi, perché 360 minuti non possono certo far saltare un progetto triennale, ma naturalmente al Fulvio Bernardini in questi giorni si respira quel clima di massima concentrazione e rigoroso silenzio tipico di quando le cose non girano per il verso giusto. Un’atmosfera poi resa ancora più solenne dallo sbarco nella Capitale di Dan Friedkin dopo tre mesi di assenza. Ieri la squadra ha beneficiato di un giorno di riposo concesso da De Rossi proprio per non sovraccaricare la situazione e dare un po’ di tranquillità al gruppo, scosso per il pareggio arrivato in extremis a Marassi dopo una partita difficile e dispendiosa di energie. Oggi la ripresa degli allenamenti e l’inizio di quel lavoro che dovrà portare a una inevitabile svolta già dalla gara di domenica all’Olimpico contro l’Udinese, match che DDR seguirà dalla tribuna per squalifica. La Roma deve tornare a ingranare e a fare punti, deve trovare la prima vittoria stagionale per rimettersi in corsa per l’obiettivo Champions e per non cadere in negatività che potrebbero poi portare all’apertura di una vera e propria crisi. Per questo motivo De Rossi ha pronte le mosse per invertire il trend e prepararsi alla serie di quattro partite nei prossimi undici giorni: il primo tour de force della stagione prima della nuova sosta per le nazionali.  

De Rossi e il cinismo in attacco

Capitolo primo, l’attacco. Perché se il reparto offensivo, ma più in generale l’intera squadra, avesse chiuso la partita nel primo tempo non ci sarebbe stata quella tensione nel finale che ha innescato il gol del pari a trenta secondi dalla fine del match. E quando si parla di cinismo, naturalmente il primo a essere chiamato in causa è il centravanti. Artem Dovbyk si è sbloccato, ha trovato il suo primo gol stagionale e con la maglia della Roma, ma si è divorato due grandi occasioni da gol che avrebbero messo la parola fine sulla partita. Errori che capitano, certo, ma errori che non dovranno essere una costante delle sue partite, per questo DDR adesso vuole dal suo centravanti maggiore freddezza sotto porta e attenzione alle palle gol da sfruttare. E naturalmente il giusto supporto delle fasce al centravanti chiuso anche a Marassi da una doppia marcatura. Si lavorerà su tutto al Fulvio Bernardini, anche su questo aspetto. Anche perché obiettivamente due gol fatti in quattro partite sono pochi. 

De Rossi e l'attenzione difensiva

Detto questo sull’attacco, adesso bisogna parlare anche della difesa. O della fase difensiva, come preferiscono sempre ragionare gli allenatori. Ma per De Rossi è inconcepibile e impossibile da immaginare prendere un gol nell’area piccola. Per lo più nell’ultima azione della partita e da uno dei colpitori di testa più pericolosi della squadra avversaria e su cui naturalmente è stata studiata la marcatura. Un errore di movimenti e comunicazione che è risultato fatale, per questo De Rossi lavorerà su entrambi gli aspetti che hanno portato alla semi debacle, ma anche e più in generale a quella fase difensiva che nel secondo tempo è stata inefficace in più di una situazione. Marcature troppo morbide, troppo spazio concesso agli avversari, baricentro basso e tante seconde palle perse ingenuamente. In questo senso il tecnico ragionerà probabilmente sui cambi troppo conservativi che hanno spinto la squadra ad arretrare.  

Roma, serve controllare la partita e una migliore comunicazione

Tanti errori tecnici, tanti errori di misura nei passaggi corti e nei movimenti. E poche ripartenze in un secondo tempo in cui c’erano gli stessi spazi dei primi quarantacinque minuti ma che non sono stati sfruttati. De Rossi chiede una maggiore forza mentale così come un’analisi migliore della gara da parte dei giocatori in campo. È tutta una questione di tempistiche e scelte. Quindi capire quando va spinto l’acceleratore nel corso della partita e quando invece va alzato il pedale per rallentare il gioco, spegnere la pressione avversaria con il possesso palla “noioso” e fastidioso, prima di cercare l’imbucata e una ripartenza efficace e letale. Il dialogo tra panchina e campo deve essere migliorato. È stato lo stesso De Rossi a dirlo nel post partita. «C’era qualche giocatore in difficoltà nel finale, ma quando abbiamo chiesto informazioni sulle loro condizioni, ci avevano detto di farcela. Dopo il quinto cambio poi hanno detto di star male e ho dovuto portare Cristante più arretrato per dare manforte». Squadra ulteriormente abbassata e ruoli nelle marcature più caotiche e imprecise. Il tecnico si riferiva specialmente a N’Dicka che ha chiuso la partita con i crampi e questo potrebbe anche essere il motivo per cui ha faticato a staccare di testa sul gol del pareggio. I cambi sono essenziali, e la Roma in questo momento ha una panchina di qualità. Fuori N’Dicka, dentro Hummels: la sostituzione sarebbe stata di livello e il centrale tedesco avrebbe potuto certamente intercettare quel cross di Vitinha. Non si può lasciare nulla al caso, De Rossi lo sa e lavorerà su ogni aspetto per arrivare alla svolta. 

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