Roma, Svilar una certezza: c’è aria di rinnovo

Il portiere ha cominciato la stagione con grande sicurezza e parate importanti. È il pupillo di De Rossi
Jacopo Aliprandi
C ’è un ragazzo all’interno della Roma che si è fatto largo nello spogliatoio con calma, senza sgomitare ma aspettando che arrivasse il suo momento. Alla fine la pazienza e il lavoro lo hanno ripagato, anzi premiato, con un posto da titolare inamovibile, la considerazione del panorama calcistico europeo e un rinnovo di contratto che adesso è sempre più nell’aria. Questa è la storia di Mile Svilar alla Roma, questa è la favola di un ragazzo che a 25 anni ha appena cominciato la sua prima vera stagione da titolare tra i professionisti. Un paradosso visto che la sua gara d’esordio tra i grandi è arrivata quando aveva soltanto 18 anni. Poi alcuni alti e bassi, qualche scelta sbagliata e un inevitabile calo d’autostima hanno frenato il suo percorso di crescita, quel naturale processo di maturità che per Svilar è arrivato con qualche anno di ritardo. Adesso nella Roma si sta esprimendo al meglio. Al massimo? Chi lo conosce bene pensa che possa migliorare ulteriormente e dare ancora di più, per trasformarsi in un portiere da top club, quello che vorrebbe diventare la Roma una volta agguantata la qualificazione in Champions. Di fatto negli ultimi otto mesi Svilar si è preso la scena nello spogliatoio, diventando una vera e propria certezza tra i pali della porta giallorossa con grandi parate e veri e propri miracoli salva risultato che hanno contribuito a raggiungere la semifinale di Europa League e la qualificazione alla nuova edizione della competizione europea. Senza contare che ha tenuto a galla fino all’ultimo i sogni della Roma di qualificarsi in Champions. Obiettivo fallito, ma non certo per sue colpe: nell’ultima parte di stagione Svilar non ha commesso neanche un errore, né si è mai potuto dire «avrebbe potuto fare qualcosa di più» su un suo intervento o una sua prestazione.  

Svilar il pupillo di De Rossi

E il serbo ha cominciato la nuova stagione così come aveva terminato la passata. Cinque parate importanti nelle prime tre partite di campionato, una certezza tra i pali nonostante i soli due punti conquistati dal gruppo, una garanzia di affidabilità anche quando viene richiesto il suo intervento soltanto una volta nei novanta minuti. Come contro la Juve: anticipo di Vlahovic su N’Dicka, tiro improvviso e grande riflesso del serbo a salvare il risultato. Una parata di puro istinto, quella di un grande giocatore chiamato una sola volta nella partita alla prodezza. Portiere titolare, sinonimo di affidabilità, sempre al suo posto e gran lavoratore. Non a caso è un vero e proprio pupillo di Daniele De Rossi che lo ha lanciato con continuità dopo le distrazioni di Rui Patricio e che adesso lo considera un punto fermo del suo undici titolare.  

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Roma-Svilar, aria di rinnovo

Motivo per cui la Roma ha intenzione di cominciare a breve le trattative per il rinnovo di contratto del giocatore. Svilar ha il contratto in scadenza nel 2027 e uno stipendio tra i più bassi della rosa, sicuramente il più basso tra i titolari. Ottocentomila euro netti a stagione, ingaggio che presto sarà naturalmente ritoccato sfiorando il doppio di quanto percepisce attualmente. Un aumento meritato e che il portiere fin qui non ha richiesto, altro aspetto molto apprezzato dalla dirigenza: «Sono contentissimo, non posso spiegarvi quanto - ha dichiarato durante il ritiro in Inghilterra nell’intervista a LaRoma24 -. Come ho detto è sempre stato un sogno e un obiettivo essere titolare. E giocare tante partite in una squadra come la Roma. Non abbiamo ancora cominciato a parlare del rinnovo ma per me non ci sono problemi, sono grato alla Roma e al mister per avermi dato fiducia totale. È la cosa più importante per un portiere». Come detto, la pazienza e il lavoro hanno ripagato, e così sarà anche per il rinnovo. 

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C ’è un ragazzo all’interno della Roma che si è fatto largo nello spogliatoio con calma, senza sgomitare ma aspettando che arrivasse il suo momento. Alla fine la pazienza e il lavoro lo hanno ripagato, anzi premiato, con un posto da titolare inamovibile, la considerazione del panorama calcistico europeo e un rinnovo di contratto che adesso è sempre più nell’aria. Questa è la storia di Mile Svilar alla Roma, questa è la favola di un ragazzo che a 25 anni ha appena cominciato la sua prima vera stagione da titolare tra i professionisti. Un paradosso visto che la sua gara d’esordio tra i grandi è arrivata quando aveva soltanto 18 anni. Poi alcuni alti e bassi, qualche scelta sbagliata e un inevitabile calo d’autostima hanno frenato il suo percorso di crescita, quel naturale processo di maturità che per Svilar è arrivato con qualche anno di ritardo. Adesso nella Roma si sta esprimendo al meglio. Al massimo? Chi lo conosce bene pensa che possa migliorare ulteriormente e dare ancora di più, per trasformarsi in un portiere da top club, quello che vorrebbe diventare la Roma una volta agguantata la qualificazione in Champions. Di fatto negli ultimi otto mesi Svilar si è preso la scena nello spogliatoio, diventando una vera e propria certezza tra i pali della porta giallorossa con grandi parate e veri e propri miracoli salva risultato che hanno contribuito a raggiungere la semifinale di Europa League e la qualificazione alla nuova edizione della competizione europea. Senza contare che ha tenuto a galla fino all’ultimo i sogni della Roma di qualificarsi in Champions. Obiettivo fallito, ma non certo per sue colpe: nell’ultima parte di stagione Svilar non ha commesso neanche un errore, né si è mai potuto dire «avrebbe potuto fare qualcosa di più» su un suo intervento o una sua prestazione.  

Svilar il pupillo di De Rossi

E il serbo ha cominciato la nuova stagione così come aveva terminato la passata. Cinque parate importanti nelle prime tre partite di campionato, una certezza tra i pali nonostante i soli due punti conquistati dal gruppo, una garanzia di affidabilità anche quando viene richiesto il suo intervento soltanto una volta nei novanta minuti. Come contro la Juve: anticipo di Vlahovic su N’Dicka, tiro improvviso e grande riflesso del serbo a salvare il risultato. Una parata di puro istinto, quella di un grande giocatore chiamato una sola volta nella partita alla prodezza. Portiere titolare, sinonimo di affidabilità, sempre al suo posto e gran lavoratore. Non a caso è un vero e proprio pupillo di Daniele De Rossi che lo ha lanciato con continuità dopo le distrazioni di Rui Patricio e che adesso lo considera un punto fermo del suo undici titolare.  

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