De Rossi a tutto campo: "Pellegrini, Soulé, la mia Roma e... i videogiochi"

L'allenatore giallorosso si confessa a Dazn: "Mi sento nato per fare questo lavoro. Dovbyk? È un giocatore importante"
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ROMA - La sua Roma ancora fatica nella nuova stagione (un gol fatto, nessuna vittoria e soli 2 punti nelle prime 3 giornate), ma Daniele De Rossi guarda avanti con fiducia alla sua esperienza sull'amata panchina giallorossa: "La differenza con le estati che vivi da calciatore sono parecchie - dice l'allenatore della Roma in un'intervista a Dazn - da calciatore venivo un paio di giorni prima del raduno e mi rimettevo un po' in sesto per preparare la stagione con grande calma. Io sono rimasto qua invece tutta l'estate e devi fare un lavoro che inizia veramente molto prima rispetto a quello che poi percepitevi da calciatore, che iniziava la data e il giorno in cui ti ritrovavi. Qui devi pensare a tutto, devi essere pronto per tutto e sapere che la pressione sarà tanta . Mi è piaciuto moltissimo e penso che mi sento nato per fare questo lavoro, e farla all'inizio è la cosa più bella che ti fa sentire in controllo e con la possibilità di creare la tua squadra. Magari più andrò avanti col tempo e magari staccherò un po' prima e mi prenderò un po' di vacanze e poi inizierò a preparare. Stavolta invece ho fatto tutta una tirata dall'anno scorso ma c'era da ricostruire e io stesso dovevo testarmi per la mia prima estate da allenatore".

Il ruolo di capitan Pellegrini

De Rossi parla poi di capitan Pellegrini: "Ogni stagione può essere quella del salto di qualità, non vale solo per Lorenzo ma per tutti. La mia carriera mi ha insegnato che anche a 30 anni puoi migliorare e imparare qualcosa. Onestamente, da tifoso l'ho accompagnato in questo suo percorso con un paio di messaggi all'anno, qualche chiamata, ma senza stargli troppo addosso. A gennaio ho rincontrato un uomo vero, un capitano vero, un atleta incredibile. Nei 6 mesi finali della passata stagione ha fatto prestazioni importanti, sia dal punto di vista realizzativo che tecnico. Ripartiamo da lì: il finale di stagione è andato in calando per tutti, anche per lui, ma è anche vero che l'ho spremuto fino all'ultimo. Quest'anno sta lavorando alla grande, sta dando una mano ai giovani. Sia lui, che Mancini, che Cristante stanno facendo quello che gli ho chiesto anche lo scorso anno, ossia aiutare i giovani negli errori, quando vanno in down. Sono soddisfatto di loro, sono una parte fondamentale dello spogliatoio. Ci metto anche El Shaarawy, che ha un carattere più taciturno, ma è un uomo di riferimento".

Il talento di Soulé

Del giovane talento Soulé, invece, DDR dice con sicurezza: "Al suo primo campionato ha fatto qualcosa di incredibile, i dati dimostrano che ha ottenuto numeri superiori rispetto ai suoi pari età, tra i più forti del mondo, giocatori che militano nelle squadre più prestigiose. Dal punto di vista dei dribbling riusciti e dei passaggi chiave, li ha persino superati. È stato facilitato dal fatto che giocava in una squadra dove era il giocatore più importante e allenato da un grande allenatore. Secondo me, il piccolo calo è dovuto all’età, ma anche al calo della squadra, che nella seconda parte ha fatto fatica. Quando ho preparato Frosinone-Roma lo scorso anno, ho detto ai ragazzi di stare addosso a Soulé perché è un giocatore che può diventare un fenomeno. Ho parlato con Leo, con lui stesso, e anche con il suo procuratore, che conosco da molti anni: portò Samuel qui a Roma. L’inserimento è stato agevolato dal fatto che siamo veramente un bel gruppo. Sia Paredes che Dybala lo hanno aiutato molto, gli argentini fanno molta 'famiglia' e si sostengono a vicenda. Lo vedo completamente integrato nel gruppo, con tutti. È un ragazzo con la faccia pulita, con gli occhi da argentino verace; ne ho conosciuti tanti lì e ho visto la fame che hanno di giocare a calcio e diventare campioni. Lui, oltre alla qualità, ci mostrerà anche tanta voglia, che ha dimostrato anche in fase di scelta".

La nuova Roma

De Rossi poi parla di come sta nascendo la sua nuova Roma, stagione 2024-25: "Una squadra più tecnica, con più qualità e che tiene la palla più spesso. La perde con meno facilità e non in fase di costruzione. Una squadra con grande gamba può recuperare palla più spesso, più velocemente. Questo ti permette di essere più dominante dal punto di vista del ritmo e del possesso palla. 2+2 non sempre fa 4 nel calcio; le idee le hanno tutti, sarà una bella sfida. Il calcio sta andando in quella direzione, si cerca la fisicità mischiata alla qualità. La lotta per l'Europa? Ci sono squadre forti, le rispetto tantissimo. Lo stesso Bologna, che poteva sembrare un exploit temporaneo, ha preso un altro grande allenatore dopo Thiago Motta. Italiano sa come lavorare e come far giocare le sue squadre quindi potrebbe essere che si riconfermerà a quei livelli lì. Il Milan ha fatto uno squadrone, lo Juventus idem, l'Inter ha dominato il campionato quindi è impossibile non pensarla tra le favorite. Anche la Lazio ha costruito una squadra molto logica, con grande gamba e grande fisicità e ha messo dentro i giocatori che la migliorano e noi altrettanto stiamo lavorando per migliorarci e sono sicuro che ci riusciremo. L'Atalanta ormai è una realtà internazionale a tutti gli effetti, il Napoli che ha fatto un'annataccia e lavorerà sia sul discorso della qualità dei giocatori che dell'allenatore ovviamente, ma soprattutto sulla voglia di rivalsa. C'è anche la Fiorentina, insomma tra quelle otto, nove squadre sarà veramente difficile tenerne almeno quattro al di sotto".

Videogiochi di calcio

Già da calciatore, provava a fare l'allenatore con i videogiochi gestionali di calcio: "Una volta esisteva Football Manager, noi lo chiamavamo scudetto. Era pieno di questi giochi e noi eravamo sempre dentro al gioco; lo facevamo diventare una parte importante dei nostri pomeriggi, non c’era la PlayStation. Il gioco di calcio manageriale era il mio preferito; con i miei amici, d’estate, rinunciavamo al mare e ognuno si creava la propria squadra. Ogni tanto usavo come nome quello del mio allenatore dell’Ostiamare, ma il più delle volte sceglievo la Roma e facevo l’allenatore della Roma. A me poi è capitato davvero, spero di essere un po’ più bravo rispetto a Football Manager; lì ogni tanto spegnevo e riaccendevo senza salvare, così le partite perse non si contavano.... Qui devo chiedere se è possibile farlo, ma temo di no".

Bomber Dovbyk

L'allenatore giallorosso parla poi di Artem Dovbyk, nuovo attaccante della Roma, ancora a secco di gol: "È un giocatore che ha alle spalle qualche stagione con tantissimi gol. Soprattutto l'ultima con tanti gol in un campionato di incredibile livello come quello spagnolo, con una squadra che non era creata e strutturata per arrivare così in alto. Lui è stato forse insieme a Savio l'artefice maggiore della cavalcata del Girona e credo che sia un giocatore importante dal punto di vista realizzativo, ma tanto importante anche dal punto di vista dello sbocco che ci dà in fase di profondità in fase di ricerca dello spazio alle spalle della difesa avversaria, perché può allungare gli avversari. Può aiutare noi a tenerci un po' più corti e soprattutto può farci salire e respirare quando succederà che ci metteranno un po' sotto".

Il futuro di Sangaré

De Rossi ha parole d'elogio anche per Buba Sangaré, 17enne terzino destro spagnolo, arrivato a luglio dal Levante e inserito direttamente in prima squadra: "È stata una scelta più societaria che mia. Non lo conoscevo bene, ma mi hanno garantito che fosse un buon giocatore. Ho guardato un video al volo e ho detto: 'In futuro diventerà un giocatore importante'. Quando ci lavori, ti accorgi che questo futuro potrebbe essere anche più prossimo; è un giocatore di una qualità incredibile, con un dinamismo straordinario. Deve lavorare tantissimo tatticamente; si vede che è istintivo, è classe e talento puro. Va a duemila all'ora, ma tenerlo in linea con il resto del reparto è più difficile. Ci dobbiamo lavorare, ma giocherà a calcio ad occhi chiusi in Serie A. Ha sempre il sorriso stampato in faccia e la voglia di giocare, ha rubato il cuore un po' a tutti".


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