La Roma ha fermato la Juventus e lo ha fatto grazie alle scelte coraggiose di Daniele De Rossi, che non ha snaturato il suo credo calcistico confermando il 4-3-3. A Torino la migliore prestazione di questo inizio di stagione, considerando pure il valore dell’avversario. E’ stata una partita equilibrata, bloccata, molto tattica, nella quale è stato difficile far arrivare il pallone agli attaccanti, da una parte e dall’altra. Molto giro palla, con Dovbyk che ha avuto poche possibilità di mettersi in mostra. L’ucraino sembra ancora un corpo estraneo alla squadra, ma ha confermato di avere qualità di attaccante di razza. Dovbyk è un centravanti che non torna indietro a cercare il pallone, ma sa farsi trovare pronto quando viene servito dentro l’area. E’ rimasto troppo isolato, De Rossi alla fine del primo tempo lo ha anche sollecitato, vedendolo un po’ pigro, troppo statico. I compagni lo hanno cercato poco, ma quei rari palloni che ha avuto li ha lavorati bene. Spesso è stato surclassato da Gatti, non è stata una partita facile per lui.
Dovbyk deve crescere insieme alla Roma
In Spagna ha dimostrato di essere uno straordinario finalizzatore, non si diventa capocannoniere della Liga per caso giocando nel Girona. Ma ha bisogno di essere servito, non si carica la squadra sulle spalle come fanno altri centravanti, non si inventa da solo le occasioni da gol. Ha avuto una solo pallone nel primo tempo e lo ha giocato bene, provando il tiro. Ha preso qualche punizione. Ci vuole un po’ di pazienza per vederlo integrato negli schemi della squadra. E’ stato sostituito a dieci minuti dalla fine, per la prima volta De Rossi lo ha richiamato in panchina, quando la Roma stava soffrendo. Bisogna aspettarlo. La società ha fatto un grande investimento su di lui, ci crede, l’allenatore è convinto che i suoi gol arriveranno. E’ stato uno dei grandi colpi di un mercato frenetico, che ha permesso di completare l’organico a disposizione di De Rossi solo nelle ultime ore. Dovbyk deve dare di più, deve crescere, come la squadra, servono i suoi gol per puntare in alto. Solo una rete nelle prime tre partite, peggior rendimento offensivo dal 1986-87. L’allenatore deve trovare il modo di sfruttare al meglio le qualità del centravanti. Ci vuole tempo. Fino a pochi giorni fa la Roma era un cantiere aperto.