Roma, la fantasia serve in campo

Leggi il commento sulla prestazione dei giallorossi di De Rossi
Roma, la fantasia serve in campo© L.Canu
Marco Evangelisti
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In questo campionato partito sbuffando e sospirando come una vecchia caffettiera, è difficile immaginare quale sia il ruolo della Roma: crema, acqua calda, polvere tostata o semplice vapore. Tra il Cagliari e i giallorossi la sensazione di déjà vu è stata penetrante. Due squadre che si sforzano di cambiare radicalmente approccio rispetto alla stagione scorsa e al contrario sono ancora ricalcate su quell’immagine di sé stesse, accortezza intessuta di accelerazioni profonde dalla parte dei rossoblù, idee di ricamo non sostenute dalla necessaria precisione tecnica da quella di De Rossi.

Le cose cambieranno, dato che per esempio Dovbyk in questo periodo viaggia con un ritardo consolidato su ogni pallone (restiamo della nostra idea: è uno che se la squadra gioca bene garantisce più di qualche gol, non un catalizzatore di schemi originali). Manca ancora un buon pezzo di mercato e soprattutto la Roma si ritrova piantata nel mezzo di un complicato restauro dai tempi dilatati. Nel Cagliari latitano un paio di ingredienti base, tra solidità di gestione del pallone e delicatezza di tocco, ma molto di questo tornerà con il recupero degli infortunati. Giovano alla Roma il sinistro sostanzioso di Soulé e la vivacità di Le Fée. Pellegrini procede per tentativi ed errori. Anche questo non è cambiato.

La differenza tra l’ieri e l’oggi per De Rossi e i tifosi della Roma sta essenzialmente in Dybala. È un pensiero in grado di turbare la fine di un’estate calda. La Joya, si suppone, alla fine andrà in Arabia, omaggio alla logica indifferente delle somme e sottrazioni. Sarebbe stato più igienico pensarci prima. Invece ci hanno pensato troppo e adesso bisogna fingere che si possa fare a meno di Paulo. Tanto per aggiungere un carico di briscola al malumore, si può ricordare l’agosto del 2018, quando in coda a un mercato di lacrime, sangue e caos a qualcuno venne in mente di disfarsi di Strootman. Non fu l’unica perdita dolorosa: fu quella che fece crollare l’impalcatura. La Roma arrivò sesta e da allora non ha più rivisto la Champions League.

Semplice sfortuna, probabilmente. Però la sfortuna è meglio non provocarla. La Roma delle ultime stagioni ha sofferto di un deficit di qualità. Esattamente la dote con cui Dybala, nei pochi minuti che gli sono stati concessi, ha permesso a Dovbyk di smontare la traversa e a Baldanzi di esplorare in libertà l’area avversaria un paio di volte. Può darsi che il tempo dia ragione ai maestri del calcolo aziendale e che la fantasia nella gestione del bilancio si riveli più preziosa di quella che verrà a mancare sul campo se e quando La Joya se ne sarà andata. Oggi come oggi ci viene in mente solo che fantasia e follia non sempre funzionano allo stesso modo.


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