L'Argentina vola in Coppa America, come sta Dybala? Tutto sui suoi giorni a Roma

De Rossi carico coinvolge tutti e l’argentino dà l’esempio: tre giornate di ritiro nel segno dell’intensità
Lorenzo Scalia
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ROMA - Anche il terzo giorno di ritiro è storia. La giornata di ieri, lunga ma piacevole, è andata avanti tra sudore e sorrisi. Di fatto è divisa in due: la mattina la squadra svolge la parte atletica e fisica, poi si sposta in palestra, dove si stanno ultimando i test sull’equilibrio e la tenuta delle ginocchia, mentre nel tardo pomeriggio Dybala e compagni, quando il sole picchia di meno, scendono in campo per affrontare le questioni tattiche, mettendo al centro la palla. È un ritiro vecchie maniere. Dove si spinge senza risparmiarsi. Il lavoro è molto intenso. E nulla è lasciato al caso in queste prime battute, lì nel fortino di Trigoria. Daniele De Rossi è carichissimo e sta coinvolgendo l’intero gruppo, anche i più giovani. Oggi, poi, aspetta Le Feé per il primo allenamento perché il francese ha dovuto risolvere delle questioni burocratiche. L’allenatore pretende il massimo. La squadra sta nascendo e in questa fase ogni cosa viene analizzata al microscopio, in attesa del rientro dei nazionali e dei nuovi rinforzi. C’è il campo, c’è il pallone, ci sono gli esercizi basati sulla potenza muscolare, il momento della sveglia e quello di andare a letto, ma anche ritagli di tempo dedicati al relax, fuori e dentro la tavola. O magari tra una partita alla play e una a ping pong. Il nutrizionista di Trigoria ha un ruolo determinante perché segue attentamente le indicazioni dello staff tecnico anche per capire chi ha bisogno di mangiare cosa, relativamente al livello proteico, i valori della massa grassa e quella muscolare. 

Dybala il leader della Roma

La rosa è composta da tanti giovani del settore giovanile che stanno rubando con gli occhi i segreti del mestiere dai veterani, in particolare ad Abraham, Smalling e Dybala. L’argentino è il vero leader dello spogliatoio, aiuta i ragazzi e non si risparmia dimostrando di essere un perno della nuova Roma. L’ha fatto autonomamente senza che De Rossi gli dicesse niente. Era proprio quello che voleva l’allenatore, cioè ritrovare un giocatore in palla, desideroso di fare subito sul serio. De Rossi non è solo. Si fida ciecamente del suo staff che comprende il vice Giacomazzi, il collaboratore tecnico Mancini, il preparatore Brignardello e il preparatore dei portiere Farelli. Fondamentale il lavoro che svolge la squadra dei match analyst, i quali studiano i dati, creano report e traducono i grafici: si chiamano Beccaccioli, Checcucci, Iodice e Terrinoni. 


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