Mourinho, Special più che mai

Leggi il commento sulla straripante vittoria della Roma a Cagliari
Mourinho, Special più che mai© Getty Images
Marco Evangelisti
4 min

È così avida di sé stessa questa Roma, così stanca di non riconoscersi, che quando trova da sfamarsi non si modera. Come se volesse, da brava formica estiva, mettere da parte le risorse per i tempi difficili che verranno. E verranno, statene certi, perché non è che la squadra si sia di colpo depurata di tutte le contraddizioni e di tutti i difetti che la affliggono. Intanto però a Cagliari ha raccolto anche più di quanto le servisse. Non era chissà cosa, forza: tre punti di incoraggiamento e di potenziamento della classifica tuttora anemica, e non ci voleva molto con l’armata sagapò alla quale sir Claudio sta tentando di restituire un’orgoglio e soprattutto un senso compiuto nella struttura difensiva. Programma impegnativo, a quanto si è visto. Attirata dalla morbidezza dell’opposizione, la Roma si è sprecata in quattro gol, persino piuttosto coreografici. Visto che si poteva, e visto che nell’occasione bisognava ribadire il giuramento di fedeltà all’allenatore speciale che dovrebbe essere come la moglie di Cesare e invece si è scoperto inopinatamente sottoposto a test d’idoneità. In effetti c’è stata bufera in settimana, temperature altissime e calor bianco prima della partita e in generale un cambiamento climatico che appare pressoché irreparabile tra Mourinho e Friedkin padre e figlio, tra staff tecnico e proprietà, cioè le pietre angolari dell’edificio futuristico in cui la Roma sta tentando di reinventarsi.

Dybala, anima e cuore della Roma

Su pietre angolari incompatibili si costruisce ben poco e il suggerimento sentito, oggi come ieri, è di riconciliarsi rapidamente. Ma poi il mondo va avanti e ti sorprende, di solito alle spalle e a tradimento. Più ancora del ventilato esonero di Mourinho, e molto più del risultato di ieri, comunque pesante, può l’infortunio di Dybala. Quello sì è un macigno che ti precipita addosso mentre stai riuscendo ad arrampicarti faticosamente oltre il ciglio scivoloso del burrone. Dybala resta anima e cuore della Roma, carne e sangue della manovra offensiva, l’uomo che tocca più palloni perché attira i passaggi come un buco nero attira la luce, ma a differenza dei buchi neri quella luce la restituisce. Miniera di tecnica individuale di una formazione che vive di altre caratteristiche e di isolati colpi di genialità ma alla quale fa difetto l’espressione continuativa della qualità di fraseggio. Ancor di più se perde uno dopo l’altro i pochi giocatori in grado di stabilire una comunicazione paritaria con il pallone.

La mozione di fiducia per Mourinho

Basandoci sul secondo tempo di Cagliari, e in particolare sulla brillante costruzione del quarto gol, potremmo azzardare che senza Dybala la Roma gioca persino meglio, ma sarebbe una sciocchezza. La coppia formata da Lukaku e Belotti avanza di forza e di frenesia, però in assenza di cambi di ritmo efficaci e di supporto insistito sulle fasce la squadra ha bisogno di pensiero alto dalla linea di centrocampo in su. Non c’è nessuno all’altezza di Dybala nel garantirlo. Ieri tutto è andato bene ai giallorossi contro un Cagliari che si sfarinava a ogni affondo. E Mourinho ha incassato dai suoi, diremmo da tutti i suoi, la mozione di fiducia che si aspettava. Adesso però dovrà probabilmente inventarsi un’altra squadra. Dovrà dimostrare che esiste una Roma possibile e plausibile oltre Dybala. Un problema degno di lui, almeno quanto il problema di salvare il Cagliari è degno di Ranieri. La sosta in certi casi arriva a proposito e magari permetterà a qualcuno di riflettere sui peccati e sulle tentazioni irrazionali.


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