Il paradosso è che se la Roma della scorsa stagione faticava a segnare ma aveva una difesa solida, la squadra attuale invece ha il problema opposto. Segna a sufficienza ma non riesce a tenere la porta inviolata. Anzi, adesso la fase difensiva è disastrosa. Parliamo di fase, non soltanto di reparto perché è la squadra ad avere difficoltà tattiche a coprire la porta. È un meccanismo quindi che si è inceppato rispetto alla Roma che tre mesi fa aveva concluso il campionato con 38 gol subiti in Serie A e che adesso invece ha già visto esultare le altre squadre per 11 volte. Così è passata da essere la quarta miglior difesa del campionato alla terza peggiore del torneo in corso.
Roma, il mercato e le scelte in difesa
Questo cambiamento in negativo è dovuto a più fattori. Il primo è il calciomercato. La Roma ha scelto di cedere Ibañez per fare cassa rimpiazzandolo con N’Dicka e facendo ancora una volta affidamento a Llorente, riserva del brasiliano nella passata stagione. «So che ti mancherò», aveva scritto Mourinho sui social salutando Ibañez. Alla fine è stato il contrario. Perché ricordando qualche errore in partite importanti, tutti hanno sottovalutato la sua importanza negli schemi di Mou: un giocatore veloce, rapido, bravo negli anticipi e nei recuperi. Se il baricentro si alzava era perché aveva un centrale che riusciva a recuperare e a intervenire in velocità. Tutt’altro profilo rispetto a N’Dicka, il designato a sostituirlo. Stesso discorso per Llorente, bravo con i piedi, meno invece negli anticipi. Così Mourinho si è trovato con solamente quattro centrali e nessun vero sostituto di Ibañez.
Roma, il peso degli infortuni
Quattro centrali, ma solo sulla carta. Perché Smalling dall’inizio della stagione ha dato segnali inequivocabili di problemi fisici che prima lo hanno condizionato nelle gare iniziali della stagione e poi lo hanno costretto a fermarsi per risolvere il dolore tendineo. Fuori quindi il miglior difensore della rosa. Ne sono rimasti tre. Mancini è quello che ha dato maggiori garanzie, Genoa a parte per una gara horror tra interventi sbagliati e quel nervosismo dei vecchi tempi che stava per costargli un’espulsione. Llorente ha quindi preso il posto di Smalling centralmente e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Per di più giovedì sera anche lui è uscito per infortunio e probabilmente Mou lo riavrà dopo la sosta di ottobre. Fuori un altro. Adesso il tecnico ha a disposizione solamente Mancini e N’Dicka, fin qui un pesce fuor d’acqua. Nella marcatura, negli anticipi, recuperi, interventi aerei. Se Mourinho non lo aveva impiegato nelle prime tre partite, un motivo c’era e adesso lo sanno tutti.
Il mancato filtro di Matic
È toccato a Cristante tornare tra i centrali nell’emergenza di Marassi. Prima a tre, poi quando la Roma è passata con la formazione a quattro, e lì Bryan non ha potuto fare nulla. La scelta di Mourinho non ha giovato al reparto e all’intera fase difensiva. E a proposito, tra i problemi dei tanti gol incassati c’è anche quello del centrocampo. Il “signor Matic” (cit. Special One), adesso è un rimpianto. Perché dava quella copertura alla difesa che Cristante da mezzala non riesce a garantire. E il posto del serbo lo ha preso Paredes, lento e non in grado di supportare la difesa. Le sue prestazioni, e le tante assenze tra centrocampo e attacco non garantiscono quindi stabilità alla squadra. E la Roma incassa gol su gol. Anche a causa del portiere. Rui Patricio è al centro delle critiche dalla prima partita contro la Salernitana a quest’ultima con il Genoa, ma la società invece di cercare un rinforzo tra i pali ha deciso di prendere (in prestito) un altro esterno - Kristensen - dello stesso livello degli altri due colleghi sulla destra. La frittata è fatta. E ora? Tocca a Mourinho risolvere il problema della fase difensiva. Le prove fatte fin qui - Genova inclusa - non sono state positive. Un’intera stagione in questa condizione è impossibile da sostenere, la squadra deve trovare equilibrio e riuscire a voltare pagina. Non c’è altra soluzione.