La Roma cambia tattica: così Mourinho darà l'assalto all’Europa

Così la Roma darà l’assalto alla zona Champions e all’Europa League attraverso un approccio diverso in campo
Jacopo Aliprandi
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ROMA - Nessun catastrofismo dalla sconfitta nell’amichevole contro il Tolosa, ma indicazioni su cosa migliorare in questi ultimi dodici giorni di preparazione prima dell’esordio in campionato contro la Salernitana. Il risultato nella trasferta francese, con il gol preso al 90’, non ha certo impensierito Mourinho. L’attenzione del tecnico, defilato in panchina per lasciare i compiti principali a Rapetti che guiderà la squadra nelle prime due sfide di campionato, era tutta sui dettagli e sull’interpretazione dei suoi giocatori negli schemi studiati in questo mese di lavoro. Non sono arrivate critiche alla sua squadra, anzi, mezza squadra aspettando gli innesti, ma solo indicazioni tattiche sulle giocate riuscite e su quelle che invece andranno riviste. La stanchezza in campo si è fatta sentire, ma l’attenzione è stata apprezzata dal tecnico soprattutto su un aspetto: il pressing del Tolosa non ha frenato il lavoro in campo dei suoi, che hanno continuato a giocare partendo dalla costruzione dal basso. È questa la vera novità tattica di Mourinho per la sua squadra, una soluzione studiata per garantire maggiore gioco ai suoi e cercare di impostare una manovra che possa portare a più verticalizzazioni e maggiore velocità nel fraseggio con il pallone. Ma soprattutto a dare più sostanza e incisività ai movimenti offensivi.  

Roma, la tattica di Mourinho

 «Continuate a giocare, non lanciate lungo», ha ribadito, anzi urlato, più volte il preparatore Rapetti ai suoi nel corso della partita. E poi ancora: «Intensità e testa». Perché in queste ultime amichevoli in cui sale la stanchezza per il duro lavoro svolto nelle ultime settimane, lo staff dovrà essere bravo a mantere alta la concentrazione e a richiedere comunque il massimo sforzo ai giocatori per apprendere in pieno ciò che è stato studiato. Tra alti e bassi la Roma a Tolosa è riuscita a superare le linee di pressione con il pallone tra i piedi, variando le verticalizzazioni tra interne e le vie esterne, sfruttando quindi l’ampiezza del campo con i suoi terzini a tutta fascia e le incursioni dei centrocampisti. Niente lanci lunghi come la scorsa stagione, anche perché Belotti (unico centravanti a disposizione) non è stato fin qui il massimo nel tenere i palloni. Solo fraseggi bassi e giocate tra le linee. Poi se in campo ci sono Dybala, Cristante, Pellegrini e Aouar la percentuale di successo della manovra si alza notevolmente: la velocità di trasmissione avviene tramite i giocatori più tecnici, quelli che con la loro qualità possono spezzare le linee avversarie e trovare quelle giocate imprevedibili che possono portare alla superiorità numerica o a una situazione di vantaggio negli ultimi trenta-quaranta metri. Aspettando il famoso centravanti esperto e il giovane Marcos Leonardo.  

Roma, più pressing 

L’altro aspetto su cui la squadra ha lavorato, e continua a lavorare perché non sempre ha funzionato nelle amichevoli, è quello legato alla pressione avversaria. Quello che ha fatto il Tolosa, sicuramente più in forma atleticamente dei giallorossi, e che Mourinho vorrebbe vedere dall’attacco fino alla difesa. Un pressing feroce non solo sul portatore di palla, ma anche sugli altri avversari in movimento e in cerca di spazi per ricevere la sfera. Un compito dispendioso di energie, soprattutto se non portato avanti da tutti e dieci i giocatori di movimento. C’è da lavorare su questo e su altri aspetti, ma il segnale dato da Mourinho ai suoi dopo l’amichevole è di incoraggiamento: la Roma è in fase di rodaggio, il lavoro portato avanti è più che positivo. 


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