© BARTOLETTI
La Roma butta via in quattro minuti nel finale una vittoria che nel primo tempo aveva meritato. Era questa la prova generale a tre giorni dalla finale di Europa League, con la sconfitta contro la Fiorentina si allontana sempre più dalle prime posizioni, la vittoria in campionato ormai manca da più di un mese. Il gol di El Shaarawy aveva illuso la squadra giallorossa dopo undici minuti. Il veterano giallorosso (arrivato a gennaio del 2016 per arricchire l’ultima Roma di Spalletti), ieri ha raggiunto quota nove, ha segnato quanto Abraham, solo Dybala ha fatto meglio in fase realizzativa.
Il futuro di Belotti
Chi continua a restare a secco è Andrea Belotti. Anche a Firenze è partito titolare, nella Roma che Mourinho ha imbottito di riserve e di giovani per risparmiare i titolari in vista di Budapest. Il Gallo ha dato il via al gol del vantaggio, si è battuto come sempre, ma il digiuno diventa preoccupante e pone molti interrogativi per il futuro. Sarà il caso di puntare su un centravanti di 29 anni che dopo aver segnato più di cento gol tra Palermo e Torino non vede più la porta?
L’ultima rete in serie A risale al 1° maggio dello scorso anno, contro l’Empoli Belotti realizzò un tripletta, quasi un simbolico addio al Torino, quando aveva già deciso di andare via. Dopo un anno in giallorosso e trenta presenze, rischia di finire il campionato all’asciutto. Il suo contratto è in scadenza, per rinnovarlo è pronto a ridursi l’ingaggio, ma a fine stagione i dirigenti faranno un riflessione per capire se sia il caso di puntare ancora su un centravanti che vive per il gol e che il gol ormai non riesce più a trovarlo. I tifosi lo aspettano con pazienza, negli anni Settanta la Roma ha avuto mediocri centravanti che vedevano poco la porta: Mujesan, Musiello, anche un certo Sperotto. E addirittura Carlo Petrini, che durante una partita andò a metà campo per chiedere scusa per l’ennesimo gol sbagliato. Belotti non ha mai ricevuto fischi dal pubblico. Dopo un inizio di stagione nel quale è stato utilizzato da riserva, nel finale ha giocato spesso partendo dal primo minuto. L’impegno non è mai mancato, aiuta la squadra come pochi attaccanti fanno. Mourinho gli dato fiducia, del resto lo aveva voluto lui la scorsa estate. Ma adesso sono tanti i dubbi con il contratto in scadenza. La stessa condizione di El Shaarawy, che però ha parecchie certezze in più del Gallo.
L’ultima rete in serie A risale al 1° maggio dello scorso anno, contro l’Empoli Belotti realizzò un tripletta, quasi un simbolico addio al Torino, quando aveva già deciso di andare via. Dopo un anno in giallorosso e trenta presenze, rischia di finire il campionato all’asciutto. Il suo contratto è in scadenza, per rinnovarlo è pronto a ridursi l’ingaggio, ma a fine stagione i dirigenti faranno un riflessione per capire se sia il caso di puntare ancora su un centravanti che vive per il gol e che il gol ormai non riesce più a trovarlo. I tifosi lo aspettano con pazienza, negli anni Settanta la Roma ha avuto mediocri centravanti che vedevano poco la porta: Mujesan, Musiello, anche un certo Sperotto. E addirittura Carlo Petrini, che durante una partita andò a metà campo per chiedere scusa per l’ennesimo gol sbagliato. Belotti non ha mai ricevuto fischi dal pubblico. Dopo un inizio di stagione nel quale è stato utilizzato da riserva, nel finale ha giocato spesso partendo dal primo minuto. L’impegno non è mai mancato, aiuta la squadra come pochi attaccanti fanno. Mourinho gli dato fiducia, del resto lo aveva voluto lui la scorsa estate. Ma adesso sono tanti i dubbi con il contratto in scadenza. La stessa condizione di El Shaarawy, che però ha parecchie certezze in più del Gallo.