Svolta Mourinho, c’è un dato che ha cambiato la Roma

Dalla sua permanenza dipende anche il futuro di Dybala, Matic e in parte Smalling: tornare in Champions è decisivo. José vuole parlare ai Friedkin: intanto la squadra è a +7 rispetto al 2022
Svolta Mourinho, c’è un dato che ha cambiato la Roma© LAPRESSE
Roberto Maida
5 min

ROMA - Dopo il Napoli de i prodigi c’è la Roma. Non nella classifica generale ma nella somma algebrica dei punti rispetto allo scorso campionato: con la vittoria contro la Juventus, fondamentale per ristabilire le distanze nella corsa alla Champions League, José Mourinho ha allungato il confronto con se stesso a +7. Solo Spalletti, appunto, ha fatto meglio. I numeri possono essere scomposti e analizzati ma hanno una rilevanza indiscutibile. Il quarto posto ritrovato, alla pari con il Milan ma a una partita di gap dalla seconda poltrona, è la logica conseguenza di una crescita che neppure la terribile sconfitta di Cremona ha frenato. La Roma del 2023, soprattutto nel fortino Olimpico, non sbaglia un colpo: in campionato ha sempre vinto (Bologna, Fiorentina, Verona, Empoli e Juventus) e sempre senza concedere gol. Un evento può essere casuale, cinque consecutivi no davvero. Ma c’è un altro dato che stimola una riflessione: quando va in vantaggio, la Roma porta a termine la missione con tranquillità. E’ successo in 12 partite dall’inizio della stagione. Soltanto a Reggio Emilia con il Sassuolo (Pinamonti che risponde ad Abraham) Mourinho ha subìto una rimonta. Non è un fattore sufficiente per puntare al vertice, perché come ha spiegato l’allenatore "nel dna di questo club c’è l’accettazione degli alti e bassi, di disastri come Cremona, che è difficile da modificare". Ma è un passaggio importante verso il privé del campionato. 

Il totem

L’elemento della solidità, fisica e tattica, è l’ascissa del prodotto, al quale abbinare poi l’ordinata, che fuori metafora cartesiana si chiama concretezza offensiva. In questo percorso la Roma ha trovato il cardine in Chris Smalling, che guarda caso non era in formazione in entrambe le partite contro la Cremonese, i punti di caduta improvvisi del nuovo anno. E’ corollario evidente, per restare nella terminologia matematica, che la sua conferma sia essenziale per garantire lo stesso coefficiente di affidabilità anche in futuro. Smalling è un difensore che incide in proprio ma anche indirettamente. Con lui giocano meglio gli stessi compagni di reparto, da Mancini a Ibañez, che si sentono protetti dalla sua leadership. Il contratto in scadenza, nonostante la reciproca volontà di trovare un accordo, non è stato ancora rinnovato. E questo è un problema che la Roma dovrà risolvere. 

Legame

Come fare però? La sensazione è che, oltre alle prospettive economiche, molto dipenda dalle scelte di Mourinho, spesso criptico a proposito dei programmi della prossima stagione a dispetto del contratto in scadenza nel 2024. Un piazzamento in zona Champions League può facilitare il dialogo con i Friedkin, che non possono stanziare investimenti da sogno a causa delle restrizioni imposte dal fair play finanziario. E se Mourinho, che attende una chiamata dalla proprietà e nel frattempo valuta ipotesi alternative, decide di rimanere, diventa più o meno volontariamente un garante di competitività. Sicuramente per il pupillo Nemanja Matic, che con lui aveva lavorato anche al Chelsea e al Manchester United e che si trova in una posizione simile a quella di Smalling: ha un’opzione unilaterale, che è scattata al raggiungimento della metà delle presenze stagionali, per rinnovare fino al 2024 il contratto. Ma non ha ancora esercitato il diritto e davanti alla domanda diretta ha risposto con un «vediamo». Più o meno la parola che ha pronunciato Paulo Dybala a Salisburgo, prima del playoff di andata di Euroleague. Dybala anzi è andato oltre, svelando il segreto più leggibile del mondo: «Voglio essere allenato ancora da Mourinho». Nel suo caso la clausola rescissoria (20 milioni per l’Italia, 12 per l’estero) può essere cancellata dalla Roma con un ricco aumento di stipendio (fino a 6 netti). Ma se Mourinho se ne va e Dybala vuole seguirlo, Tiago Pinto non avrà troppi argomenti per trattenerlo. 


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