Roma, con Mourinho spettacolo in 10K

Il tecnico ha riportato entusiasmo all’ambiente dopo anni diffcili. Un’esplosione d’amore senza precedenti: diciotto sold out consecutivi
Chiara Zucchelli
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Se per una normale partita di un girone di Europa League all’Olimpico ci sono più spettatori che per l’addio alla Roma di Daniele De Rossi evidentemente, in neppure tre anni, qualcosa è cambiato. Anzi, tutto. E quel tutto ha un nome: José Mourinho. La sua presenza è il totem intorno alla quale si stringono tutti coloro che amano la Roma e anche tutti coloro che, incuriositi, le si avvicinano per la prima volta.

NUMERI RECORD

Nel dettaglio, visto che i numeri non mentono mai e raccontano tanto, se non tutto, da quando c’è Mou, in 38 partite casalinghe tra campionato, coppe e amichevoli, ci sono stati di media 49mila spettatori e gli incassi hanno superato i quaranta milioni di euro (17,5 milioni “ufficiali”, altri 23,4 stimati, perché da quest’anno gli incassi non sono più comunicati). Prima, nelle 38 gare precedenti al Covid, la media spettatori era di 37mila presenze. Con un dato sostanziale: i soldi incassati dalla gestione Pallotta sono stati più o meno gli stessi. Che significa questo? Che i costi dei biglietti erano, semplicemente, più alti.

BRAVA ROMA

I Friedkin e i dirigenti italiani che lavorano all’Eur hanno attuato, e stanno attuando, una politica dei prezzi molto vantaggiosa che avvicina - e tanto - i romanisti allo stadio. Tifosi sì, con una media a biglietto stimata di circa 23 euro, clienti no: questo, in sintesi, uno dei segreti del successo. Un successo talmente evidente che persino la Uefa sta studiando il modello Olimpico inteso come stadio che, dopo la pandemia, fa registrare sempre numeri elevatissimi e un’ampia percentuale di tifosi soddisfatti del servizio offerto. Prima che il Covid cambiasse il mondo, nelle 38 partite precedenti alla chiusura dell’impianto, c’era stato un solo cold-out, quello dell’ultima di De Rossi col Parma, adesso con il Bologna la Roma arriverà al diciottesimo di fila.

TUTTI CON MOU

Un'esplosione d'amore senza precedenti, una passione che di settimana in settimana non conosce sosta e gran parte del merito va all’ambiente che Mourinho ha saputo creare. I romanisti si sentono rappresentati da lui, dalle sue sfuriate in panchina, dai sorrisi beffardi, dalle discussioni con gli arbitri, con i giornalisti e, a volte, anche con i tifosi stessi, quando c’è qualcosa che non gradisce. Onesto, diretto, passionale, furbo: Mourinho è così, prendere o lasciare. E i romanisti, da quando l’Olimpico è tornato al 100% della capienza, marzo scorso, se lo sono presi tutto. La società, in questo senso, lo accompagna: la scelta voluta da José di mettere “Roma, Roma, Roma” con i giocatori in campo, sfidando anche la Lega, l’inno di Conidi tanto amato dalle nuove generazioni, i prezzi popolari e anche i campioni del passato inquadrati o portati direttamente sulla pista d’atletica, sono stati tutti passaggi significativi di quella che può essere considerata una vera e propria rivoluzione. Anche perché in passato veniva espressamente chiesto di non far vedere sui maxischermi i romanisti di ieri per non oscurare quelli di oggi, adesso Mourinho e la sua Roma non temono il confronto con nessuno.

UNA CURVA IN PIU'

Anzi, coniugare passato e presente può essere solo una risorsa nuova. Perché da una parte ci sono gli incassi (un milione di media a partita), dall’altra i sentimenti. Un esempio, in tema di incassi e prezzi: per Roma - Sassuolo del dicembre 2018, dati ufficiali, la società mise in cassa, per 35.893 paganti, 1.207.089 euro. Con il Napoli, ottobre 2021, i soldi sono stati 1.242.919, gli spettatori 47.801, ben 12mila in più. Considerando che le curve hanno una capienza di 7.500 posti, è come se negli ultimi 18 mesi, lui avesse portato allo stadio quasi una curva e mezzo in più. Ecco perché qualcosa è cambiato. Anzi: tutto.


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