INVIATO AD ALBUFEIRA - L’idea di poter accettare immediatamente la panchina della sua nazionale lo aveva intrigato, lo aveva anche fatto vacillare di fronte a quelle che sono sempre state le sue certezze, quindi dedicarsi esclusivamente a un unico obiettivo. José Mourinho ha vacillato per qualche istante, ma poi è tornato sui propri passi, consapevole che per allenare una nazionale ci sarà tutto il tempo e che adesso le priorità della sua carriera sono altre. Lo Special One ha detto no al Portogallo, ha deciso di continuare almeno fino a giugno a concentrarsi solamente sulla Roma. Il motivo è semplice, la doppia panchina sarebbe un rischio per tutte le parti in causa. Per il club giallorosso, a cui dovrebbe inevitabilmente togliere del tempo dovendosi concentrare anche sulla selezione dei giocatori, quindi girare anche in giro per l’Europa a osservare i suoi connazionali. Per la stessa nazionale, per la quale dovrebbe lavorare part-time, ma anche per lui. Mourinho tecnico e ct avrebbe sempre meno tempo per recuperare le energie e dovrebbe pensare non a un club, e già questo è faticoso e stressante, ma addirittura a due. La Roma e il Portogallo, non squadre di poco conto.
Il no per la Roma
Così, come vi abbiamo raccontato sul giornale di ieri, giovedì sera Jorge Mendes, procuratore di Mou, ha incontrato con il suo collaboratore Valdir Cardoso il presidente della federcalcio portoghese Fernando Gomes. E a loro ha riportato la risposta di Mourinho alla possibilità del doppio incarico: no grazie, niente Portogallo. Per il momento. José vuole concentrarsi solo sulla Roma, anche perché c’è tanto lavoro da fare: la prima parte di stagione non è stata perfetta, i risultati sono stati altalenanti complici anche i tanti infortuni che hanno colpito la rosa. In primis Wijnaldum, poi anche Dybala e Pellegrini. In più la Roma tra campionato e coppe giocherà da gennaio a giugno tre partite a settimana, riducendo di molto il tempo a disposizione per il tecnico. In più Mourinho vuole fare di tutto per riportare la squadra in Champions League, ma anche andare il più avanti possibile in Europa League e cercare la vittoria della Coppa Italia. I percorsi non sono semplici ma gli ostacoli non sono insormontabili.
Gli scenari
Mendes nell’incontro con il presidente Gomes ha spiegato le motivazioni del no alla nazionale, la federcalcio portoghese ha cercato in tutti i modi di convincere Mourinho a sedere sulla panchina ma per il momento non ci sono aperture. Sebbene la sua chiusura alla federazione, con cui i rapporti erano e restano ottimi, sia solo temporanea. Gli obiettivi del tecnico sono tutti legati a questa stagione, poi a un anno dalla scadenza del contratto ogni soluzione resta ancora aperta. Mourinho nei prossimi mesi dovrà inevitabilmente parlare con i Friedkin e la dirigenza per capire quali saranno i piani futuri del club, quindi se ci sarà un’apertura a investimenti sostanziosi e se i proprietari punteranno ancora su di lui per far crescere ulteriormente la Roma. A quel punto Mourinho potrebbe anche rinnovare il contratto con il club. L’altro scenario è che il tecnico possa decidere di andar via per vivere la sua prima esperienza da commissario tecnico. L’ipotesi di allenare il Portogallo verso l’Europeo del 2024 e il Mondiale 2026 lo stimola, lo intriga, per questo il futuro resta incerto. L’unica certezza è che Mourinho a Roma sta bene e farà di tutto per far crescere la squadra e provare a portarla di nuovo in Champions League.