ROMA - È un problema reale. Un problema endemico. Con la magnifica eccezione della vittoria di San Siro contro l’Inter, la Roma raccoglie meno di quanto produce. Il Betis ha confermato la scivolosa tendenza, specialmente nell’occasione fallita da Cristante sull’1-1: i gol sono pochi, pochissimi rispetto a quanto la logica del calcio raccomanderebbe. Basta dare un’occhiata alla lista delle partite giocate in questa stagione, tra campionato ed Europa League, per analizzare la sgradevole differenza tra i cosiddetti expected goals, l’indicatore che misura la pericolosità offensiva, e le reti effettivamente realizzate. L’apice negativo è stato raggiunto contro l’Atalanta: 0 gol segnati, 2,4 attesi. Da copione classico, Mourinho avrebbe dovuto vincere segnando almeno due gol. Invece ha vinto l’Atalanta 1-0 con l’unico tiro in porta inquadrato.
Roma, i singoli
L’unico attaccante che ha tenuto un ritmo superiore alla media, e alle possibilità, è stato Paulo Dybala, non a caso assente contro l’Atalanta. Non servivano neppure le statistiche per capirlo. Sei reti segnate, alcune delle quali estratte dal talento e non dalle circostanze, e due assist hanno determinato oltre metà dell’efficienza complessiva della squadra, in tutto a segno 15 volte. Dybala anzi ha regalato 1,6 reti in più di quanto fosse stato ragionevole chiedergli, perché in varie situazioni ha inventato tiri pazzeschi che si sono rivelati vincenti. Magia pura. Le mancanze vengono dagli altri attaccanti. Tammy Abraham ha segnato 2 reti, ma dovevano essere almeno 4 (expected goals 4,4), Zaniolo è ancora a quota zero contro un potenziale di 2 (2,1), Pellegrini ha centrato il bersaglio contro l’Hjk ma avrebbe potuto festeggiare almeno un altro paio di volte (3,6, soprattutto perché ha sbagliato un rigore a Empoli). Lo stesso Belotti è ancora indietro: un solo gol (expected goals 1,6), pochi minuti giocati.
Roma, le conferme
In totale la Roma avrebbe “meritato” 21-22 gol, con una differenza negativa di 6,7 rispetto alle reti attese. Curiosamente è lo stesso identico dato rispetto alla scorsa stagione, quando però lo scarto pesava molto meno in percentuale: 95 gol reali contro i 101,7 attesi. Tutt’altra storia: adesso la situazione è più difficile da accettare, perché sta condizionando molti risultati. A parte la pessima serata di Udine, se fosse stata più precisa sotto porta la Roma avrebbe evitato le sconfitte contro Ludogorets, Atalanta e Betis. E oggi, con due punti in Europa League e uno (almeno) in campionato in più, forse le valutazioni generali sulla squadra sarebbero diverse. La dittatura del risultato non rende giustizia alla democrazia del gioco.
Expected goals, l'analisi
Pensate: se gli expected goals assegnassero qualche titolo, la Roma oggi sarebbe tra la prime pretendenti al trono. I dati svelano che nessuno spreca più capitale in Serie A. Calcoli alla mano, Mourinho avrebbe diritto a 18 punti invece di 16. Gli stessi dell’Inter, altra squadra che scialacqua, che però ha giocato una partita in più. Esistono squadre incredibilmente concrete come la Lazio e l’Udinese che per numero di occasioni da gol costruite potrebbero inseguire la Roma in classifica. Ma ovviamente è tutta teoria matematica che non tiene conto delle variabili del calcio. Contro il Lecce, stasera, Zaniolo e i suoi fratelli cercheranno di invertire il trend. Lui, dopo l’espulsione europea, ha qualcosa in più da farsi perdonare. E in campionato non segna da quasi tre anni all’Olimpico. Aspettando il rinnovo del contratto, che Tiago Pinto sta trattando con il procuratore Vigorelli, Nicolò vuole scrollarsi di dosso il peso dell’astinenza. E’ solo questione di pazienza, forse.