Roma, e il centravanti chiamatelo Smalling

Roma, e il centravanti chiamatelo Smalling© LAPRESSE
Ugo Trani
3 min

Pellegrini, più di Dybala e Zaniolo. È là davanti che va cercato il centravanti mascherato della Roma nel pomeriggio infinito ed entusiasmante di San Siro. Il capitano sta spesso lì, ma Mourinho dal bus della squadra sa che prima o poi il suo vecchio pubblico scoprirà chi è la prima punta giallorossa nella sfida di San Siro. Si presenterà in area davanti ad Handanovic al minuto 75: testa da tre punti e via. Chris Smalling fa il Dybala o, ascoltando i più romantici che si ricordano di che cosa fu capace il Bomber nello stadio meneghino ai tempi di Lidas, il Pruzzo. Coppa Davis a Milano. La schiacciata dell’inglese, dopo la volée di Paolino che è tornato in tempo dall’Argentina per far capire a Zhang, Marotta e Inzaghi che cosa si sono persi quest’estate, liberandolo per Friedkin e Pinto ai quali è stato impacchettato dal solito Mou.

José, e chissà che cosa gli avrei detto se avesse fatto cilecca, ha avuto il coraggio di lasciare i suoi centravanti in panchina: Abraham e Belotti. Li vedremo in campo solo a risultato in freezer, a metterci il fisico più che il gol. Gli è bastato Smalling per certificare la crisi della sua ex squadra. Il difensore che diventa attaccante e che sfrutta, specialità di Casa Roma, l’ennesimo calcio piazzato. Arcobaleno di Pellegrini per l’irruzione di Smalling per dare un senso a questa trasferta al Nord e vincere finalmente un scontro diretto dopo un digiuno lungo e inspiegabile soprattutto con lo Special in panchina.

La Roma in crisi di gol, come del resto l’Inter. Se n’è parlato a lungo nei giorni che hanno preceduto la sfida di San Siro. Sono stati chiesti a Zaniolo, Pellegrini e Abraham che è anche l’unico dei tre ad aver fatto centro in questo campionato. A parte il pianeta su cui vive Dybala che, contando le occasioni di Milano, quando fa tre tiri almeno un gol lo garantisce, ecco che a decidere il match è il leader della difesa. L’altro campione. Chris bussa quando meno te lo aspetti. Esperienza, personalità e serietà. Ma davanti ad Handanovic è soprattutto l’efficacia a fare la differenza, più o meno come la classe per Dybala.

La ricerca del centravanti, al minuto 75, è insomma finita. Tre punti e a capo. Se, però, stiamo attenti nell’analisi della partita, ci accorgiamo che la rinuncia di Mourinho non c’è stata. Abbiamo detto: Abraham e Belotti che partono in panchina, nessun finalizzatore schierato dall’inizio. Ma, se andiamo a vedere che cosa è successo, José si è affidato al doppio centravanti. Smalling, al minuto 96 e 40 e cioè quando anche il recupero stava per consumarsi, ha usato ancora la testa. Non è più l’area di Handanovic, ma quella di Rui Patricio. Chris salta più in alto degli altri, come è accaduto a novanta metri di distanza e venti punti prima. Padrone della situazione e del match. Dal primo all’ultimo minuto. Elegante o no, urlando e pulendo, ha comandato lui. Anche perché Mou è sul pullman, pensando magari a Samuel, scudetto in giallorosso e triplete in nerazzurro. Come nelle favole, singolo di Vasco Rossi pubblicato nel 2017. Che è anche l’anno dell’ultimo successo romanista a San Siro contro l’Inter.


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