In partenza la sfida di San Siro è indecifrabile. Motivo per cui va catalogata come scivolosa, senza alcun riferimento al meteo (sembra da escludere, nel pomeriggio, la pioggia). Sia l’Inter che la Roma arrivano alla partita dopo una frenata: sconfitta nerazzurra a Udine e giallorossa all’Olimpico con l’Atalanta. Pesante, non solo per la classifica, il ko di Inzaghi, con altre 3 reti subite; immeritato quello di Mourinho per l’abbondanza delle occasioni create (e sprecate, però). Lo scontro diretto di Milano, dunque, diventa il primo vero esame stagionale per entrambe le squadre.
L’Inter di questi tempi, considerando pure le aspettative del club e della tifoseria, sembra messa peggio, nonostante sia data favorita dai bookmakers. Un punto in meno della rivale di giornata e una situazione societaria e tecnica delicata. La Roma, invece, ancora cerca la continuità che è mancata dall’inizio del torneo: già tre le sconfitte in nove match, contando anche l’Europa League e la sbandata in Bulgaria. E, come se non bastasse, è chiamata anche a invertire il trend contro le big: i giallorossi sono spesso piccoli contro le grandi. A ognuno le sue grane, insomma. Simone e José le conoscono. La sosta è servita loro per studiare come risolverle.
Così ogni aspetto si può rivelare decisivo in una gara che dovrebbe essere equilibrata. Tattico, psicologico e, mai come in questo caso, fisico. L’Inter ha la rosa migliore, ma conta pure le assenze più pesanti: Brozovic e Lukaku. Forfait che peseranno, almeno quanto la stanchezza e la brillantezza del gruppo nerazzurro, in parte fiaccato dagli ultimi impegni delle nazionali. Martedì a San Siro è atteso il Barcellona, partita fondamentale per il percorso in Champions. Inzaghi dovrà valutare bene su chi puntare pensando alla tappa in coppa.
Ecco il vero vantaggio della Roma. Che si presenta a Milano sicuramente più riposata e fresca dell’avversaria. La fatica nelle partite internazionali in queste due settimane di sosta è inequivocabile: i minuti giocati dai nerazzurri sono stati 1584, in A solo i calciatori del Napoli ne hanno contati di più con 1810; quelli disputati dai giallorossi sono la metà con 794. Ma c’è un altro dato, altrettanto significativo: sono stati 15 i giocatori di Inzaghi convocati dalle nazionali per match ufficiali e amichevoli e nessuno è stato risparmiato dai vari ct: nessuno ha avuto lo stesso trattamento nel nostro campionato. Altro che pausa, quindi. Dumfries, Skriniar, la riserva Onana e Dimarco (quasi) hanno fatto l’en-plein: 2 partite su 2. Brozovic, squalificato per la gara di oggi pomeriggio, si è infortunato nella seconda e salterà il Barça. Mourinho, invece, si è salvato. Mancini ha rinunciato a chiamare Spinazzola e Zaniolo (in teoria anche Mancini). E Pellegrini è tornato presto a casa. Degli 11 giocatori convocati, 4 non hanno nemmeno messo piede in campo: Rui Patricio, Abraham, Dybala rimasto addirittura in tribuna e appunto il capitano. Il pieno solo per Celik e Cristante, anche se sia Zalewski che Shomurodov hanno avuto un minutaggio con risparmio minimo.