ROMA - Se la Roma è «una famiglia», come José Mourinho ha spesso evidenziato, allora Leonardo Spinazzola è il figliol prodigo. Che torna senza aver tradito né abbandonato i suoi affetti, restando sempre attaccato al treno della speranza. Ci è salito la notte del 2 luglio, dopo la rottura del tendine D'Achille sinistro nei quarti dell'Europeo, e non è più sceso, passando veloce davanti alla fermata della rassegnazione. Dalla finale di Wembley vista a bordo campo con le stampelle (tanto da meritare un pensiero affettuoso da parte del presidente della Repubblica, Mattarella) a quella di Tirana, giocata da protagonista in quell'ultima mezz'ora di fuoco e fiamme sulla fascia: la rivincita di Spina è servita, il cerchio del destino sembra essersi chiuso. Dal suo ingresso in campo, del resto, la Roma ha smesso di soffrire gli attacchi del Feyenoord; non che Zalewski avesse giocato male - anzi, il 7 in pagella consacra ulteriormente l'italo polacco al ruolo di sorpresa della stagione - ma l'esperienza e la fame del ragazzo di Foligno sono state l'arma in più.
Piano
Spinazzola è il figliol prodigo perché torna e in casa Roma si fa festa. Senza farsi troppe domande, senza chiedersi quanto c'è voluto e come sarebbe potuta andare con uno come lui a disposizione tutto l'anno. Lo si è capito negli occhi dei compagni, quanto alla squadra fosse mancato Spinazzola. Lo aspettavano tutti e l'hanno ritrovato in campo per la prima volta il 9 maggio a Firenze, 311 giorni dopo il terribile infortunio in Nazionale. Poi c'è stata Roma-Venezia, la prima da titolare durata un tempo, e gli 83 minuti di Torino. Piccoli ma decisivi passi in avanti per arrivare alla miglior forma nella finale di Conference: il piano di Mourinho, anche da questo punto di vista, non ha fatto una piega. E ora lo Special One potrà esultare due volte, perché il primo acquisto della nuova stagione lo ha già in casa. Con l'idea che stavolta non servirà quel «mercato di reazione» generato dallo stop di Spinazzola e dall'addio di Dzeko, che nell'estate 2021 condizionò le strategie del club. Spina c'è, Zalewski scalpita, Viña è arrivato dieci mesi fa e persino El Shaarawy può dare una mano da quella parte: la Roma ha una delle migliori fasce sinistre del campionato per qualità e abbondanza di opzioni.
Rivincita
Tornando alle emozioni di Tirana, a fine partita Spinazzola quasi non credeva di essersi ripreso una rivincita del genere sul destino: «È meraviglioso tornare alzando una coppa - ha detto durante i festeggiamenti, tra una lacrima versata e una bottiglia di champagne stappata per fare il bagno a Mou - Ci sta capitando una cosa incredibile e stupenda. Questa gente è stata sempre al nostro fianco, al mio in particolare: durante l'infortunio ho ricevuto tanto affetto». Il terzino aveva previsto anche l'accoglienza al rientro nella Capitale: «Ora per fare due metri ci metteremo cinque ore, ma abbiamo vinto anche per questo: per riabbracciare il popolo romano». In questi giorni Leo è tornato anche in Nazionale: l'aveva lasciata in fuga verso la vittoria e la ritrova acciaccata e nuovamente da ricostruire, con l'appuntamento del 1 giugno a Wembley contro l'Argentina dietro l'angolo. Da bi-campione (Europeo e Conference) non ha dubbi: «La vittoria della Roma può essere una ripartenza per il calcio italiano, penso che anche con la Nazionale ci rialzeremo».