Roma, Bove: “Mourinho ci tratta come i più esperti, non ha peli sulla lingua”

Il giovane centrocampista ha spiegato il rapporto col portoghese: "Ti dice in maniera diretta se fai parte o no del progetto, questo lo apprezziamo"
Roma, Bove: “Mourinho ci tratta come i più esperti, non ha peli sulla lingua”© AS Roma via Getty Images
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ROMA - Ha soltanto diciannove anni, eppure Edoardo Bove tra allenamenti e partite ha già dimostrato di essere un giocatore pronto, dal punto di vista tecnico ma anche mentale. Sicuramente è il giovane che ha già accumulato maggiore esperienza per fare il grande salto tra i professionisti, a Trigoria sono certi che avrà un futuro ricco di soddisfazioni e che allo stesso tempo potrà essere un vero e proprio patrimonio del club. Di certo Mourinho lo considera molto e in questa stagione dal ritiro in Algarve fino alla gara contro lo Spezia lo ha sempre tenuto in considerazione nonostante non abbia raccolto tanti minuti nei primi mesi tra campionato e Conference League. Una qualità da coltivare, un ragazzo che ha chiaramente ancora bisogno di crescere e che non deve bruciare le tappe proprio perché può diventare un prezioso elemento della squadra anche per la prossima stagione.

Contro il Verona Bove ha colto l’occasione e l'ha sfruttata al massimo. Nel match contro l’Hellas è stato l’assoluto protagonista, con il gol del pareggio dopo essere subentrato nei minuti finali del match. Una mossa rischiosa da parte di Mourinho, ma presa in piena consapevolezza del valore del ragazzo che non ha deluso le aspettative. E dopo aver raccolto quel pallone al limite dell’area, invece di affrettarsi a calciare mentre tutto lo stadio lo spingeva a tentare la sorte, lui con lucidità è entrato in area e soltanto dopo ha lasciato partire il destro che ha spiazzato tutto il Verona. L’esultanza? Una rincorsa verso il centro del campo per far riprendere subito il gioco per provare a vincere la partita. Un’altra dimostrazione non solo di lucidità ma anche di avere la testa sulle spalle: “Sono state due settimane importanti. Ovviamente da ricordare, ma anche normali. All’inizio l’emozione istantanea del primo gol rimane per uno due giorni, poi passa e la vivi tranquillamente come ogni settimana di allenamento. Non mi ha spostato più di tanto, poi Mourinho ti aiuta a focalizzarti molto su quello che c’è da fare, non puoi permetterti un rilassamento dovuto ad una buona prestazione o un gol. Devi metterti in riga, perché poi il calcio è così: un giorno sei acclamato quello successivo è già tutto dimenticato. Devi rimanere sempre sul pezzo”, ha dichiarato Bove a gianlucadimarzio.com. 

Bove a Trigoria è un esempio di professionalità, mai una parola fuori posto, mai un richiamo per comportamenti extra campo ma sempre tanto lavoro per continuare il suo percorso. Anche perché lui stesso è consapevole delle sue qualità e sta pazientemente aspettando le occasioni per mettersi in mostra e far vedere al tecnico che in questa rosa lui può starci e può anche contribuire: “Dopo il gol non mi ha detto nulla di particolare. Sembra strano, ma per me è una cosa molto bella perché significa che lui quel momento non lo ha visto come un evento eccezionale. Non c’era un motivo particolare per dirmi che ero stato bravo. In allenamento ci chiama spesso bambini per scherzare un po’, ma poi davvero ci tratta esattamente come i giocatori più esperti, tanto nei momenti negativi quanto in quelli positivi. Ti faccio un esempio, - appunto - prendi il capitano Pellegrini. Un suo gol o una sua grande prestazione viene vista come la normalità, ecco per me o per Nicola (Zalewski, ndr) è la stessa cosa. Certo, è più difficile il dopo che il momento esatto. Perché devi dimostrare che non è stato un caso, un evento eccezionale”.


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