Come complicarsi la vita in un momento di serenità. Dopo tre vittorie consecutive che hanno fortificato il quinto posto, la Roma deve disinnescare in fretta un ordigno mediatico dal potenziale imprevedibile: in una notte Zaniolo è passato da salvatore della patria, da talento ritrovato anche per la Nazionale, a calciatore indisciplinato che merita rimbrotti da compagni e allenatore. «Nicolò non mi ha soddisfatto, il suo atteggiamento non mi è piaciuto» ha spiegato Fonseca al termine della partita con il Verona, che aveva lasciato una scia tossica a causa degli insulti plateali rivolti a Zaniolo da Gianluca Mancini subito dopo il fischio finale.
La ricostruzione
Mancini, ma non solo, lamentava una scarsa partecipazione del compagno al lavoro difensivo. In almeno due occasioni, dopo aver perso un pallone, non ha rincorso l’avversario. E’ questo l’«atteggiamento» che gli allenatori, non solo Fonseca, amano poco. Il fatto singolare è che tutto sia emerso nelle interviste di mezzanotte, per di più dopo una vittoria. Tra l’altro la lite è andata avanti anche nel tunnel, sotto gli occhi stupiti dei giocatori del Verona, e negli spogliatoi. Tra i più attivi negli epiteti Aleksandar Kolarov, uno dei leader del gruppo, che ha preso le parti di Mancini, come del resto indirettamente aveva fatto Veretout nelle interviste. Un putiferio. Che a quanto pare non si portava dietro alcun pregresso. Non c’erano stati altri segnali d’insofferenza nel gruppo verso Zaniolo.
La reazione
Nicolò l’ha presa malissimo. Non si aspettava di essere bersagliato dalle critiche subito dopo il ritorno sul palco, in un periodo di condizione atletica approssimativa. Si è sfogato con gli amici già in nottata, manifestando un grande dispiacere. Il sospetto che dietro alle frasi di Fonseca ci sia una strategia di delegittimazione della società, per preparare la piazza a una possibile cessione, non lo sfiora. Anche perché Guido Fienga pure ieri lo ha rassicurato: per la Roma rappresenta un patrimonio e non verrà messo sul mercato, al contrario di Dzeko con il quale il rischio scontro esiste, salvo necessità improrogabili. Non a caso Zaniolo sta per cambiare casa. Ha deciso di lasciare l’attico del Torrino di proprietà di Totti per trasferirsi in una villa a Casal Palocco, dove abitano quasi tutti i compagni che mercoledì lo hanno rimproverato.
Il day after
Il giorno dopo, in questo senso, ha favorito la distensione. Mancini gli ha mandato un messaggio per chiarire: non aveva niente di personale contro di lui, era solo un istante di trance agonistica.
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