ROMA - Il bilancio preoccupa ma non spaventa. Dan Friedkin era consapevole della situazione finanziaria in cui è sprofondata la Roma, per colpa della mancata qualificazione alla Champions ma anche di una gestione pluriennale spregiudicata. Ma l’analisi dei conti non lo ha scoraggiato. Lo ha anzi convinto ancora di più che l’investimento sul calcio italiano, sulla capitale d’Italia, possa essere stimolante.
Il quadro
Oltre all’indebitamento da circa 270 milioni, di cui Pallotta ad agosto ha cercato di ammorbidire gli effetti con l’emissione di un bond destinato a investitori qualificati, è inquietante il rosso di bilancio da 87 milioni, certificato dalla semestrale. La Roma quasi certamente non riuscirà a rispettare i paletti del fair play finanziario entro il 30 giugno, quando i ricavi dovrebbero scendere a quota 180 - salvo miracoli in Europa League e salvo nuove munifiche sponsorizzazioni - e le perdite superare i 110. L’Uefa, che ha appena squalificato il Manchester City per due anni dalle competizioni europee, potrebbe ricominciare a monitorare da vicino il club, che ha già patteggiato una multa con restrizioni alla rosa nel triennio 2015- 18. L’analisi è triennale e si concluderà nel 2021: la Roma deve chiudere con una perdita complessiva non superiore ai 30 milioni, al netto degli investimenti su infrastrutture, settore giovanile e calcio femminile che contano per il bilancio ma non per l’Uefa.
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