Garcia esclusivo: Juve? Ronaldo si ferma così. E poi su Roma, Totti, De Rossi e il Var...

"Con il Var gli arbitraggi sono più giusti. Se ci fossi stato io come allenatore avrei accompagnato certi campioni all’uscita con un garbo differente"
Rudi Garcia© AP
Roberto Maida
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È finito il tempo degli slogan e delle provocazioni. Garcia non stuzzica. Vuole, ma non pretende. Osserva, ma non scruta. In questa intervista di compleanno, a pochi giorni dalla sfida di Champions contro la Juventus, c’è tutta la sua nuova realtà.

Come si ferma Ronaldo?

«Si ferma alla frontiera, se decide che Lione non gli piace e non vuole giocare qui. Scherzi a parte, si può contenere con una fase difensiva di squadra. Inutile ingabbiare lui se devi lasciare spazio a Dybala o Higuain».

 E’ la prima volta che incrocia Cristiano. Come convincerà i suoi difensori che è umano?

«Dirò a tutti che è un challenge, una sfida. La motivazione dev’essere questa. Anche per me. In realtà io avevo conquistato sul campo l’ottavo di Champions contro il Real Madrid ma non me lo fecero giocare».

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La Roma è rimasta senza De Rossi, Florenzi e soprattutto Totti.

«Ne ho sentite tante sul nostro rapporto. Che in realtà è sempre stato buono. Quando firmai per la Roma, gli chiesi se avesse ancora motivazioni alte. Mi rispose che avrebbe desiderato vincere, proprio come me. Totti non è mai un problema, semmai una soluzione. Niente dura per sempre, però fa un certo effetto perché il senso di appartenenza è importante a Roma. Di sicuro se ci fossi stato io come allenatore avrei accompagnato certi campioni all’uscita con un garbo differente. Forse l’addio poteva essere gestito meglio».

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Lei sostiene che sia «preistorico» non usare il Var. A proposito della sviolinata di cui parlavamo, con il Var avrebbe vinto lo scudetto anche a Roma?

«Non lo so, ogni epoca fa storia a sé. Come si dice in Francia, con i “se” si chiude Parigi dentro una bottiglia...».

Ha mai avuto la percezione che la Juventus fosse favorita dagli arbitri?

«Mai. Ma con il Var gli arbitraggi sono più giusti. Una cosa che noi allenatori chiediamo agli arbitri è di non accontentarsi del silent check. Dovrebbero andare a rivedere tutti gli episodi contestati invece di aspettare in mezzo al campo la conferma. Altrimenti l’arbitro vero diventa il Var».

Leggi l'intervista completa nell'edizione odierna del Corriere dello Sport - Stadio


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