Roma e Monchi: ecco tutte le mosse

Il nodo panchina, gli obiettivi (e i tagli) di ogni reparto. E anche la gestione dei rinnovi delle due bandiere
Roma e Monchi: ecco tutte le mosse
di Guido D'Ubaldo e Roberto Maida
4 min

ROMA - L’hanno chiamato apposta, con largo anticipo, già quando Sabatini si stava dimettendo. Era autunno quando James Pallotta per la prima volta ha incontrato Ramon Verdejo, conosciuto dal calcio come Monchi, chiedendogli di guidare la ricostruzione sportiva di una società che soffriva di nostalgia da Champions League, tanto in senso sportivo quanto finanziario. Monchi ha preso tempo e poi, circa un mese fa, ha deciso: vengo. Ha capito che la Roma, come il suo Siviglia, poteva diventare bella anche partendo in ritardo rispetto alla concorrenza nazionale (presente la Juventus di Dybala) e internazionale. Certo, il lavoro non gli mancherà. Dal primo momento in cui supererà i cancelli di Trigoria, ambiente del quale già sa tutto attraverso la pluriennale esperienza di Franco Baldini, Monchi dovrà affrontare almeno sei sfide per trasmettere immediatamente stabilità al club e alla squadra: la situazione di Spalletti, in primo luogo, va definita, con l’eventuale scelta del successore; con la Roma auspicabilmente in Champions League, si potrà puntare a un nome di primo piano mentre in caso contrario sarebbe necessario un ridimensionamento. Poi il mercato. Tra difensori, centrocampisti e attaccanti, tra acquisti che dovranno necessariamente seguire le cessioni per questioni di equilibri economici, saranno anche l’estate prossima parecchi i movimenti in casa Roma, non diversamente dall’era-Sabatini. Infine i simboli senza contratto. De Rossi e Totti hanno storie ed età differenti però si avvicinano alla fine del campionato senza avere ben chiare in testa le intenzioni dei dirigenti. Per De Rossi è in ballo il futuro da calciatore mentre per Totti si parla già della nuova vita da dirigente. Andiamo ad approfondire ogni situazione.

ASPETTANDO SPALLETTI: EMERY GUIDA I CANDIDATI - Gli ha già telefonato. Qualcuno giura l’abbia addirittura incontrato, per spiegargli la sua idea di futuro da applicare alla Roma. Di sicuro Monchi stima Spalletti, ricambiato, e gli ha assicurato che sarebbe felice di lavorare con lui. Ma se Spalletti ha forse deciso di andarsene, Monchi ha certamente deciso di arrivare. E nel confronto quasi quotidiano con Franco Baldini saprebbe scegliere con calma anche un altro allenatore. Per il momento la Roma è ancora nella fase delle consultazioni. Sia perché ancora non sa se Spalletti possa convincersi a rimanere, sia perché vuole capire come si sviluppano gli incastri sulle altre panchine in Italia e in Europa. E’ noto il feeling tra Monchi ed Emery, dopo il fruttuoso sodalizio di Siviglia, ma anche tra Baldini ed Emery, che si sono sfiorati nell’estate 2012. Solo che Emery non è stato disarcionato dal Psg: se riuscisse a vincere il campionato francese anzi sarebbe confermato, onorando il contratto da 3,9 milioni netti che scade nel 2018.

MANOLAS VIA: C'È PEZZELLA MA SPUNTA ANCHE BLIND - Molto probabilmente la difesa perderà un titolare di queste ultime tre stagioni. Kostas Manolas da tempo ha chiesto un aumento di contratto, gli era stato promesso la scorsa estate da Sabatini, ma poi non c’è stato un seguito. Le voci su un suo possibile addio si rincorrono sempre più frequentemente. Il greco ha manifestato la sua insofferenza in diversi momenti della stagione, in cui non ha avuto - anche a causa di alcuni infortuni - il rendimento delle prime due annate in giallorosso. Da tempo il suo nome è stato accostato all’Inter, alla ricerca di un nuovo leader per la difesa. Ma il greco ha avuto contatti anche con l’Arsenal e il Manchester United. Il suo procuratore non ha escluso la sua partenza a fine stagione. L’Inter si è mossa da tempo e un ruolo nella trattativa lo ha avuto Mino Raiola, legato a Yannis Evangelopulos, il procuratore di Manolas

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