ROMA - Scende una pioggerella maliziosa mentre il pullman della Roma, vuoto, ti guarda fisso con gli occhi da lupo sulla fiancata. Dzeko abbraccia l'amico Zukanovic, prima di rintanarsi dentro i suoi pensieri. Rudiger si apparta dietro un angolo, sotto una tettoia, per parlare al telefono. Da fuori intanto si sentono sia i caroselli dei tifosi dell'Atalanta, che suonano i clacson a festa, sia i rumori dei petardi che certificano gli scontri avvenuti fuori dallo stadio. Alla fine manca solo Radja Nainggolan, che si è attardato all'antidoping, perché la comitiva romanista parta in direzione dell'aeroporto di Orio al Serio. Anche per lui non è stata una bella domenica.
IL BATTIBECCO - Nainggolan non è stato brillante e ha barcollato, come tutta la Roma, ma soprattutto ha avuto diversi concetti da chiarire con Spalletti e il suo staff. Sia durante il gioco che dopo, quando ha raggiunto la panchina per lasciare spazio a Iturbe.
IL CAMBIO...DEL CAMBIO - Sono cose che capitano nel calcio, naturalmente, se le partite non girano nella direzione sperata. E infatti l'episodio non ha generato strascichi di alcun tipo. Ma è stato il sintomo di un inspiegabile disfattismo della squadra, che anche Perotti non ha nascosto al momento del cambio con Paredes.
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