ROMA - L’unica scintilla di buonumore comparsa ieri sul volto crepuscolare di Rudi Garcia è scoccata a sera quando l’arbitro ha fischiato la fine di Juventus-Udinese. Non perché il francese sia solito gioire delle disgrazie altrui, ma semplicemente per la quantità di peso che la sconfitta dei campioni in carica ha sollevato dalla settimana che comincia. Domenica la Juve gioca a Roma e affrontare un incontro tanto difficile già due punti sotto quella che resta la principale avversaria toglierebbe lucidità anche a una compagnia di cinici pescecani della politica. Cosa che i giocatori della Roma, come risulta noto, sono lontanissimi dall’essere.
CARENZE - La squadra che ha pareggiato a Verona a quanto pare ha cominciato questo difficile campionato in maniera meno disastrosa di quanto potesse apparire sabato sera. In termini di puro risultato, intendiamo. Garcia ha messo i polpastrelli sui problemi irrisolti del suo vasto schieramento di calciatori. Quel che è peggio, sono proprio i problemi da lui previsti e temuti alla vigilia. E ancora devono essere affrontati, a sette giorni dalla conclusione del mercato che li cristallizzerebbe fino a gennaio. Non che il direttore sportivo Walter Sabatini non si stia ingegnando per risolverli. L’assoluta carenza di terzini di ruolo, specialmente sulla fascia sinistra, è la priorità. Il paradosso semmai sta nel fatto che era la priorità anche nel giugno del 2014 e siamo allo stesso punto. Florenzi ci si mette d’impegno, però basta affondare dalla sua parte con due uomini per confondergli le idee (di solito è lui che affonda come un coltello nella margarina). Garcia ha chiesto due anni fa Lucas Digne ed è giusto supporre che questa volta glielo daranno, anche se il club sostiene che ormai le speranze sono poche e che il bosniaco Sead Kolasinac ha conquistato la pole.
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