Caso Parma: regole e scenari
ROMA - Con la dichiarazione di fallimento e l’avvio dell’esercizio provvisorio, il Parma è messo nelle condizioni di portare avanti la stagione, sussistendo determinate condizioni economiche. Ma cosa accadrà da qui a giugno? L’attuale Parma può solo portare a termine questa stagione. Un “nuovo” Parma, invece, potrebbe subentrargli da qui a fine stagione, rilevandone titolo sportivo (in A in caso di salvezza o in B in caso di retrocessione). Vediamo come le Noif (Norme organizzative interne federali) disciplinano la situazione Parma.
PREMESSA - Va fatta subito una distinzione, visto che molti tifosi si sono interrogati su altri clamorosi casi che hanno coinvolto club storici della Serie A, come Napoli e Fiorentina. Un conto è la manca iscrizione al campionato successivo, e in quel caso, negli anni, sono stati applicati strumenti diversi, come il Lodo Petrucci, che permettevano di ripartire con una nuova società da categorie inferiori. Un conto è invece il fallimento di un club nel corso della stagione: l’anno scorso, per esempio, era capitato al Bari, il cui titolo sportivo è stato assegnato all’asta fallimentare ad una nuova società che faceva e fa capo all’ex arbitro Paparesta. La discriminante è di natura temporale: durante la stagione (fallimento) o al momento dell’iscrizione (mancati requisiti ed eventuale fallimento).
FALLIMENTO IN CORSO - La dichiarazione di insolvenza (il fallimento, cioè), comporta per un club sportivo la revoca dell’affiliazione alla Figc. Come spiega l’articolo 16.6 delle Noif, se la dichiarazione di insolvenza interviene nel corso del campionato (e comunque prima della scadenza per le iscrizioni al torneo successivo, 30 giugno 2015 in questo caso), la revoca dell’affiliazione scatta solo a fine anno se nel frattempo viene garantito l’esercizio provvisorio del club. In questa ipotesi, la squadra porta a termine il campionato e poi per la Figc “sparisce”: perde il titolo sportivo, perde l’affiliazione e perde tutti i suoi tesserati, svincolati d’ufficio. Il Parma, per ora, si colloca in questo scenario: andrà avanti sino a fine campionato e poi per la Figc non esisterà più.
UN NUOVO CLUB - L’articolo 52 comma 3 delle Noif, però, offre un percorso alternativo per salvare il titolo sportivo, a garanzia della città e dei tifosi. Se a stagione in corso un club viene dichiarato fallito, il titolo sportivo e il parco giocatori possono essere trasferiti ad una nuova società che dovrà farsi carico, sostanzialmente, dei debiti sportivi in senso stretto. Questo passaggio di consegne deve avvenire prima della fine della stagione sportiva: è solo il nuovo club che può presentare domanda di iscrizione al campionato successivo.
COSI’ A PARMA - Cosa deve accadere, dunque, perché Parma non perda il titolo sportivo, che sia di A o di B? Deve costituirsi in città una nuova società che deve rilevare dal vecchio Parma l’intera azienda sportiva; deve affiliarsi alla Figc; deve accollarsi i debiti sportivi, quelli verso tesserati, altri club, Lega A e Figc (ammontano a 74.360.912 euro, come da sentenza fallimentare); di avere patrimonio e risorse sufficienti per affrontare il campionato di competenza; depositare fideiussioni bancarie a garanzia dei contratti dei calciatori e delle operazioni di calciomercato.
In questo caso, il presidente della Figc, sentita la Covisc (la commissione di vigilanza sulle società), può trasferire alla nuova società il titolo sportivo e il parco giocatori.
