Napoli, vietato arrendersi

Leggi il commento sugli azzurri di Conte dopo il pareggio contro il Venezia
Napoli, vietato arrendersi© Getty Images
Pasquale Salvione
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Dovrà lottare fino alla fine. Come hanno chiesto i tifosi che l’hanno seguito in Laguna, come pretende l’allenatore. Il Napoli ha frenato di nuovo, ma ha il dovere di crederci ancora. La vittoria dell’Inter in casa dell’Atalanta consente a Inzaghi di allungare a +3, ma non è una sentenza definitiva. Il campionato è lungo e non bisogna dare niente per scontato. Per rimettersi in corsa, però, bisognerà cambiare passo: la marcia delle ultime sette partite (solo otto punti raccolti) non porta lontano.  

Il Napoli ha un problema cronico: non segna. L’evidenza dei numeri non lascia spazio a interpretazioni: 20 e 18 gol in meno rispetto alle due rivali scudetto pesano, in maniera enorme. Anche perché la differenza non è direttamente proporzionale a quella delle reti subite, dove i numeri degli azzurri sono solo di poco migliori rispetto a Inzaghi e Gasp. La storia della Serie A racconta che spesso trionfa chi ha la miglior difesa, ma quest’anno il primato potrebbe essere inutile. Un dato della sfida di Venezia aumenta il rammarico: solo una volta in questo campionato una squadra aveva chiuso il primo tempo con sei tiri nello specchio senza fare gol (il Milan a Lecce). Un’impresa dal retrogusto amaro, le difficoltà realizzative stanno pesantemente condizionando la corsa scudetto azzurra. Anche perché il Napoli crea, anche tanto, come ha fatto ieri a Venezia soprattutto con Raspadori, Lukaku e McTominay. Ma non riesce a concretizzare quasi mai la superiorità nel volume di gioco. Un problema che ovviamente è cresciuto in maniera esponenziale dopo la cessione di Kvara e l’infortunio di Neres, due giocatori che con la loro fantasia accendevano la squadra negli ultimi sedici metri. Oltre a dare un contributo importante anche dal punto di vista dei gol.  

Nelle ultime nove finali il rientro del brasiliano diventerà fondamentale. Nelle prossime due partite il Napoli avrà altri due esami difficilissimi. Prima il Milan, che è tornato a credere nella rimonta Champions, e poi il Bologna, che ha travolto la Lazio e si è ripreso anche il quarto posto. La sosta darà a Conte la possibilità di ricaricare la squadra e gli consentirà di recuperare tutti gli infortunati. Finirà dopo due mesi il periodo di emergenza e si potrà finalmente scegliere l’assetto tattico migliore. La soluzione a due punte nata nelle difficoltà ha aperto nuovi orizzonti, soprattutto grazie all’intesa del tandem RaRo (Raspadori-Romelu), ma l’ipotesi del ritorno al 4-3-3 che aveva caratterizzato la prima parte di stagione non è da escludere. Al di là di moduli e scelte tattiche, sarà comunque l’atteggiamento della squadra quello più importante fino a fine maggio. Il Napoli ha l’obiettivo di dare fastidio fino alla fine, il dovere di crederci fino all’ultimo istante per l’orgoglio dei tifosi e di una città intera che non hanno mai smesso di sostenere la squadra. «Partita finisce quando arbitro fischia»: la frase di Boskov rimbomberà in questi giorni a Castel Volturno. Il Napoli lotterà fino alla fine, arrendersi è un verbo che non si coniuga quando in panchina c’è Conte.  


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